L’entrata forzata, la porta della cabina elettrica divelta per togliere l’elettricità a tutto lo stabilimento. È successo durante la notte tra lunedì e martedì nella fabbrica ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). Gli operai, da mesi senza stipendio, parlano di “attacco inquietante alla fabbrica e al presidio” permanente dei lavoratori, annunciando per sabato 6 aprile una manifestazione di protesta. Che si svolgerà in contemporanea con il Festival di Letteratura Working Class patrocinato dal Comune e sostenuto da molti attori, scrittori e artisti mentre la proprietà lo contesta in quanto “evento abusivo“.
Le responsabilità dovranno essere accertate, spiegano i lavoratori in una nota, aggiungendo che chi ha agito sapeva dove mettere le mani e aveva come unico scopo quello di togliere corrente alla fabbrica. “È sempre più forte il sospetto che sull’edificio dell’ex Gkn aleggino interessi e meccanismi poco chiari – commenta la Rsu ex Gkn – anche per questo chiamiamo tutta la comunità solidale ad un corteo a Campi Bisenzio, sabato 6 aprile”. La manifestazione partirà alle 19.30 dalla ex Gkn, a conclusione del programma pomeridiano del festival, per raggiungere piazza Matteucci nel centro di Campi Bisenzio.
Nella nota gli operai ripercorrono le ultime settimane, ricordando che il 21 marzo la proprietà si è presentata presso lo stabilimento cercando di mettere dei vigilantes di un’agenzia a presidio dello stabilimento “al posto degli operai regolarmente a disposizione e senza stipendio”. Lo stesso giorno “la proprietà ha comunicato di volere fare entrare un elettricista, sempre in sostituzione dei lavoratori dipendenti regolarmente a disposizione per lo svolgimento delle attività comandate dall’azienda”. Per i lavoratori, “da mesi la proprietà lamenta di non riuscire a staccare le utenze, distacco che a nostro parere determinerebbe un colpo durissimo alla fabbrica e alle funzioni basilari dello stabilimento. A tutto questo è seguito l’attacco ignoto di ieri notte”.
“Il meccanismo è inquietante – osserva la Rsu – e ogni giorno in cui le istituzioni ritardano un intervento pubblico per la creazione di un condominio industriale si lascia esposto il territorio a rischi sociali, speculativi e ambientali”. Lo scorso 26 marzo al ministero delle Imprese e del Made in Italy si è tenuto il tavolo di crisi per l’azienda ma la proprietà non c’era.