Flavio Briatore si è raccontato in un’intervista al Corriere della Sera dopo l’intervento al cuore per rimuovere un tumore benigno al cuore, scoperto durante un controllo di routine all’ospedale San Raffaele di Milano. “Dovevo prendere dei beveroni per la colonscopia e la gastroscopia, ma il professor Zangrillo è venuto e ha interrotto tutto: ‘Dobbiamo addormentarti per una verifica, dalla Tac abbiamo visto una cosa che non ci piace nel cuore‘. Quando mi sono svegliato, l’analisi era chiara: tumore benigno, da operare subito“, ha raccontato Briatore. L’intervento è stato eseguito il 19 marzo, il giorno dopo il compleanno del figlio Nathan Falco. “L’ho festeggiato con la madre, il mattino dopo sono tornato al San Raffaele: alle 14 mi hanno operato”, ha detto Briatore.
L’imprenditore ha ammesso di aver avuto paura: “In questi casi sei un po’ fatalista. La sanità italiana ha centri di eccellenza a livello internazionale, con i migliori chirurghi al mondo. Quando hai la vita in mano a gente così preparata quello che succede è un po’ il tuo destino. In un’operazione a cuore aperto non puoi farci nulla, devi essere ottimista per forza: è la testa che ti aiuta a guarire“.
Briatore ha colto l’occasione per lanciare un appello per la prevenzione: “È roba da ricchi, mi hanno detto. È vero, siamo dei privilegiati. Dovremmo tutti poter fare i check up. Ci sono cose per le quali centro, destra e sinistra dovrebbero essere uniti e una è il diritto alla salute”. L’imprenditore ha quindi replicato alle critiche di chi gli rinfacciava di aver scelto di farsi operare in Italia, e non a Monte Carlo dove vive. “Intanto per curarmi a Milano ho pagato, non l’ho fatto gratis. E l’ho scelto perché pur avendo vissuto in America, a Londra, in Francia, il livello degli ospedali italiani resta il più alto”, ha replicato Briatore. Quindi ha poi precisato di pagare le tasse in tutti i Paesi in cui ha un’attività: “Le pago anche in Italia, esattamente come le pago in tutti i Paesi nei quali ho delle attività. Mi sono trasferito a Monte Carlo dieci anni fa, ma in Italia non vivo da 40 anni: da allora non ho più un conto corrente italiano! A Monaco ho 350 dipendenti, a Londra 200, li ho a Riad e a Dubai. In Italia spero di poterne assumere presto altri”.