Una manifestazione in piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon a Roma, e poi un’intera giornata di sciopero, giovedì, per ribadire la contrarietà alla possibile cessione dell’Agi al gruppo Angelucci da parte di Eni. I giornalisti dell’agenzia di stampa, supportati anche da Fnsi e Stampa Romana, scendono in piazza mercoledì – dalle 11 alle 13 – in contrasto con la decisione della società partecipata dal ministero dell’Economia, che è in trattativa avanzata con gli Angelucci – editori anche di Libero, Il Giornale, Il Tempo e il Corriere dell’Umbria – per il passaggio di mano. Senza considerare che Antonio Angelucci è anche deputato della Lega, aspetto che allarma gli eurodeputati del Pd impegnati a sottoporre il caso alla Commissione Europea.
“Da settimane – ha scritto il Comitato di redazione dei giornalisti dell’Agi, la seconda agenzia di stampa in Italia – l’assemblea di redazione dell’Agi domanda all’editore di fare chiarezza sulla manifestazione di interesse pervenuta per il possibile acquisto dell’agenzia e chiede alle istituzioni come sia possibile che una società partecipata dello Stato possa cedere un suo ramo d’azienda – che percepisce fondi pubblici per le sue convenzioni – con una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell’eventuale operazione”. I redattori dell’Agi chiedono anche la difesa “dell’autonomia e dell’imparzialità dell’informazione primaria”. La vicenda, ricordano, è stata affrontata negli scorsi giorni “anche le istituzioni Ue” ricordando “la recente entrata in vigore del Freedom Media Act”.
In giornata proprio Eni ha confermato che è “in fase di valutazione una manifestazione di interesse avanzata spontaneamente da soggetto terzo, nel contesto di una interlocuzione preliminare e non esclusiva”, quindi ha sottolineato che la compagnia è “pronta a valutare qualsiasi altra manifestazione di interesse che dovesse essere proposta da altri soggetti in questo momento”. La vicenda, intanto, è finita sul tavolo della vicepresidente della Commissione Europea, Vera Jourova, commissaria Europea ai Valori e alla Trasparenza, con una lettera inviata dai parlamentari europei del Pd.
Per gli europedeputati dem, l’acquisizione sarebbe una “manovra che potrebbe mettere a rischio l’indipendenza e l’autonomia” dei giornalisti: “Più che un’acquisizione editoriale, sembra trattarsi di una chiara operazione politica che porterà ad una preoccupante concentrazione dei media sotto il controllo politico – scrivono – L’Eni, attuale editore dell’Agi, ha come azionista il ministero dell’Economia, guidato da un ministro dello stesso partito politico di Angelucci. La Commissione chiarisca quali azioni intende intraprendere in caso di mancato rispetto dell’indipendenza editoriale dell’agenzia, alla luce del regolamento che istituisce la legge europea sulla libertà dei media”.