Società

Nei luoghi più appartati si incontrano oasi di resistenza che non ti aspetti: è il caso di MirVita

A volte, nei luoghi più appartati si incontrano Partigiani e Oasi di resistenza che non ti aspetti, e ti accorgi che hai il dovere di raccontarli perché costituiscono un bene comune che la memoria ha il compito di custodire. Uno di questi luoghi si trova a Minervino Murge, un paesino della Murgia pugliese abbarbicato sulle colline aspre e in linea perfetta tra Castel del Monte e Peschici.

Nelle campagne di Minervino si scopre una delle più avveniristiche cantine che producono ottimo vino e tanta cultura identitaria e progettualità per il futuro. E’ la tenuta agricola Tor de’ falchi nella quale alberga il progetto MirVita. Il fondatore è un ex professore di economia comparata della Bocconi che ritiratosi nei suoi territori di origine ha creato un polo di eccellenza che ha ricevuto i seguenti premi: nel 2013 è stato ritenuto progetto di eccellenza rurale in Italia dal Ministero dell’agricoltura; nel 2019 ottiene il premio a Matera Capitale europea della Cultura come Mirvita freespace the future “Centro per l’arte, la Scienza e la Cultura XXI secolo”; nel 2021 ottiene il Premio internazionale “Lazar Khidekel Prize for the architectural project”.

Il Professore Donato di Gaetano, fondatore di MirVita opificium arteVino, conserva nella cantina super moderna tutti i documenti di questi riconoscimenti internazionali piovuti sulla Murgia desolata. Oggi mi confessa che ha paura e si sente accerchiato dalla criminalità rurale che gli ha già incendiato mezzi, tagliato vitigni preziosi, rubato trattori ed altri macchinari. Non si muove più dalla tenuta, neanche per mezza giornata, e quando lo incontro solo nella straordinaria cantina mi dice che erano già pronte 5 suite nella parte superiore del soffitto in legno, per ospitare artisti internazionali per mostre ed eventi che aveva programmato. Quando parla di Vino, ne parla come di un mezzo antico e primordiale con il quale si fonda la dimensione spaziale e sensoriale con la percezione multidimensionale che il prodotto della terra proietta in una visione fisica e liquida dell’Arte enologica.

Parole complicate ma che a ben vedere hanno un senso se si guarda alla peculiarità di questo luogo che sembra Castel del Monte 2.0. Una navicella spaziale nel cuore della Murgia densa di Arte in ogni suo angolo e con un panorama senza eguali. Nella struttura sono contenuti i silos che, mi dice, non devono essere esposti al sole, e la bottaia è localizzata in una sala a tre navate con solai a croce come fosse una cattedrale romanica.

Se cercate un itinerario “enofilogastronomico”, vi tocca andare in Puglia e passare per Minervino, il MirVita lo scoprite subito seguendo i cartelli rigorosamente ecosostenibili all’entrata del paese. Potrete spillare del magnifico vino direttamente dalle botti in un luogo senza tempo e di una bellezza disarmante. Il professore è sempre lì e non si muove, con la sua scorta di sei pastori abruzzesi malandati a cui non dovete far mancare una carezza o un sorriso.