Tre giorni di incontri, stabilimento per stabilimento, iniziati senza la presenza dell’uomo più atteso, l’amministratore delegato. Ai tavoli regionali su Stellantis al ministero delle Imprese e del Made in Italy non partecipa Carlos Tavares, che è invece solito presenziare agli incontri organizzati dal governo francese. Oggi, martedì 2, è stato il giorno della fabbrica di Melfi. E solo non si è presentato Tavares, ma al ministero non è entrato nessun rappresentante dell’azienda che ha chiamato in causa la “policy aziendale” legata agli incontri nel periodo di campagna elettorale – in Basilicata si voterà a breve – per giustificare la sua assenza.
Mercoledì sotto i riflettori finirà il caso Mirafiori, uno degli stabilimenti sul quale si concentrano le maggiori preoccupazioni dei sindacati. Nelle scorse settimane i vertici aziendali hanno indicato lo storico stabilimento torinese e quello di Pomigliano tra quelli più a rischio se l’Italia non aumenterà incentivi e agevolazioni per Stellantis. Chissà se si parlerà anche dell’audace proposta del ministro dell’Ambiente GilbertoPichetto Fratin di fare di Mirafiori un polo per la costruzione di reattori nucleari. Il 5 aprile il confronto al ministero riguarderà Atessa, lo stabilimento abruzzese dove si fabbricano i veicoli commerciali del gruppo franco-italiano, mentre nelle settimane successive sarà la volta di Cassino, Pomigliano, Modena e Termoli.
“Il governo ha già dato, ha messo in campo una politica per l’auto, come cambiare la politica europea sul settore auto, ha realizzato un piano di incentivi per l’innovazione e realizzato un piano di incentivi per l’auto. Ora tocca all’azienda adattare il suo piano industriale, finanziario rispetto a quello che il sistema Italia si aspetta, non il governo ma il sistema Italia”, ha detto il ministro Urso, al termine del tavolo. “Capisco che Tavares tuteli gli interessi degli azionisti, ma il governo tutela gli interessi degli italiani”, ha sottolineato il ministro. “Anche gli altri produttori che non hanno ancora siti in Europa sanno che sta cambiando la politica europea e quindi diverse case automobilistiche senza siti produttivi nell’Ue sono alla ricerca – ha detto ancora il ministero che punta a 1 milione di veicoli prodotti – L’Italia è uno paese molto attrattivo perché è l’unico Paese con una sola casa automobilistica. Il numero di case automobilistiche che si è affacciato a questo ministero penso sia ormai di 6-7, anche 8″.
“Al tavolo di oggi Stellantis non ha risposto alle garanzie sociali, produttive e occupazionali per i suoi dipendenti e per quelli dell’indotto”, hanno attaccato il segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma e il segretario nazionale della Cgil Pino Gesmundo ricordando come Stellantis abbia annunciato l’arrivo nello stabilimento di Melfi di 5 nuovi modelli elettrici “i cui tempi non sono allineati rispetto a quelli degli incentivi” e come attualmente tutti gli operai del sito sono in contratto di solidarietà fino a luglio 2024. “Con i nuovi esuberi annunciati in questi giorni, circa 500, e gli oltre 700 in trasferta, stiamo accompagnando un processo di dismissione industriale perché non si stanno prevedendo investimenti in produzione, in nuovi modelli e nella rigenerazione dell’occupazione”, hanno aggiunto.
“Abbiamo chiesto unitariamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un tavolo a Palazzo Chigi, perché abbiamo bisogno di un tavolo nazionale, non di tavoli regionali, al fine di arrivare ad una trattativa vera e quindi ad un accordo – hanno detto ancora De Palma e Gesmundo – Intanto nei prossimi incontri, a partire da domani su Mirafiori e giovedì su Atessa, auspichiamo che Stellantis cominci a dare le risposte che oggi su Melfi non ha dato”. I tavoli senza Tavares sono “inutili”, secondo Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte. “Nell’ultimo mese l’amministratore delegato di Stellantis ha detto cose contraddittorie su Mirafiori da molto lontano, venga ad assumersi le sue responsabilità. Ogni volta si comincia daccapo come nel gioco dell’oca”, ha sottolineato al termine dell’incontro convocato dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo con i sindacati e le associazioni datoriali per fare squadra in vista dell’appuntamento al ministero su Mirafiori.