Mentre si avvicina la data delle elezioni europee e con l’ombra di presunti pagamenti da parte della Russia a eurodeputati per fare propaganda, si apre un altro fronte per Bruxelles. L’inchiesta aperta dalle autorità belghe sullo scambio di messaggi tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato del colosso farmaceutico Albert Bourla, che portò poi alla maxi-commessa di vaccini contro il Covid, è passata infatti nelle mani della Procura Europea (EPPO).

Le indagini, come riportava lunedì Politico, sono per “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di SMS, corruzione e conflitto di interessi”. I procuratori dell’EPPO stanno indagando su presunti illeciti penali, ma nessuno è stato ancora accusato in relazione al caso. L’indagine era stata originariamente aperta dalle autorità giudiziarie belghe nella città di Liegi all’inizio del 2023 dopo una denuncia presentata dal lobbista locale Frédéric Baldan.

A lui si sono aggiunti in seguito i governi ungherese e polacco, anche se quest’ultimo “sta per ritirare la denuncia dopo la vittoria elettorale del governo pro-Ue guidato da Donald Tusk”, sottolineava Politico. Lo sviluppo arriva in un momento delicato per von der Leyen, che sta affrontando la transizione verso quello che gli osservatori di Bruxelles prevedono sarà un secondo mandato alla guida del Berlaymont. Finora la Commissione europea si è rifiutata di rivelare il contenuto degli SMS o di confermarne l’esistenza.

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