Non un generico allarme per un rischio attentati che ciclicamente, nei periodi di maggiore tensione internazionale, guadagnano le prime pagine ma una segnalazione specifica. Così specifica da rischiare di mettere in ulteriore imbarazzo il Cremlino. Il Washington Post segnala nella homepage del sito che gli Usa comunicarono a Mosca che era proprio il Crocus City Hall, la sala da concerti attaccata da un commando di Isis, era un potenziale obiettivo. Il quotidiano cita funzionari statunitensi a conoscenza dei particolari. L’attacco terroristico, con 143 morti e decine di feriti, è stato poi rivendicato due volte dai terroristi islamici. Vladimir Putinche aveva sdegnosamente replicato all’alert bollandolo come propaganda, però ha cercato di dirottare le colpe sull’Ucraina.

Washington avevano comunicato che lo Stato Islamico stava preparando un attacco che minacciava un gran numero di civili e che il potenziale bersaglio era proprio il Crocus. I funzionari statunitensi a conoscenza delle informazioni, che Washington ha condiviso con Mosca, hanno parlato a condizione di anonimato. Alla richiesta di un commento il Cremlino non ha risposto alle domande. Martedì Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti russi, ha dichiarato ai giornalisti a Mosca che le informazioni condivise dagli Stati Uniti erano “troppo generiche e non ci hanno permesso di identificare completamente coloro che hanno commesso questo terribile crimine”. Mentre il 26 marzo il capo dell’Fsb aveva puntato il dito contro l’Ucraina.

Solitamente spiega il Wp gli Usa non condividono informazioni così specifiche su possibili attacchi terroristici con Paesi stranieri perché, tra le altre cose, si rischia di rivelare come le informazioni siano state ottenute. Ma il rischio di un attacco in cui potevano essere coinvolti anche cittadini statunitensi ha spinto il 7 marzo l’Ambasciata a lanciare l’avvertimento. Un allarme che era arrivato come ha riportato il Wall Street Journal anche da un paesi come l’Iran e anche in quel caso ignorato. O quasi, perché come riporta il Wp Islam Khalilov, il ragazzino celebrato come un eroe per aver condotto fuori dal Crocu moltissime persone, ha dichiarato che il personale del Crocus era stato informato della possibilità di un attacco terroristico. “Ci avevano detto della possibilità di attacchi terroristici e siamo stati istruiti su cosa fare e dove portare le persone” ha detto il 15enne in un’intervista rilasciata al giornalista russo Dmitry Yegorov. Controlli che però non hanno impedito l’attentato e l’incendio, senza contare solo dopo un’ora dall’inizio degli spari sono arrivate le prime squadre di agenti e soccorritori.

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