L’associazione Lndc-Animal Protection ha già depositato la sua denuncia alla Procura di Milano: ecco come stanno davvero le cose
“Salve, buongiorno. La contatto perché non so se ha già sentito parlare del Puppy Yoga ma siamo già presenti i tutte le città francesi con più di 50 collaborazioni con allevatori e stiamo cercando di fare la stessa cosa in Italia. Abbiamo iniziato già da un paio di weekend a Milano e a Roma e lo rifacciamo questo sabato in un centro milanese (lezioni in cui gli alunni fanno 30 minuti di yoga mentre i cuccioli dormono e 30 minuti giocano e coccolano i cuccioli). Le potrebbe interessare una collaborazione? Ha cuccioli disponibili vaccinati per quella data o una data futura? Anticipo che è un’occasione in cui potrebbe fare la promozione del suo allevamento e spiegare tutte le particolarità della razza e che facciamo al meglio per mantenere tutte le norme igieniche per il benessere dei cuccioli. In caso resto a sua disposizione per qualsiasi domanda, possiamo sentirci al telefono. A presto”.
Il messaggio (con foto bucolica di umana sdraiata con cucciolo sul petto che si guardano negli occhi) arriva di recente a Said Beid. A girarlo al noto educatore cinofilo e pet detective è un allevatore di border collie della Brianza che vuole saperne di più. Said gli risponde che non ne sa nulla. E’ a conoscenza delle sessioni di yoga con colonie di gatti che vivono stabilmente in alcuni centri (una volta è stato chiamato per recuperare un micio da dare in adozione perché non socievole con gli altri felini) ma non delle sessioni di yoga con i cuccioli di cane. L’allevatore in questo caso lascia cadere la proposta. La nuova moda del “Puppy yoga” sta spopolando da qualche mese in Italia e all’estero. E’ balzata alla cronaca grazie al servizio di Striscia la notizia dello scorso 28 marzo dal titolo “Puppy yoga: benessere per tutti ma non per i cani” che mostra con la chiarezza delle immagini comportamenti molto “discutibili” da parte dei referenti dei centri verso i cuccioli. E di conseguenza degli allevatori che a loro li affidano.
Il fenomeno consiste in sessioni di yoga dedicate per metà all’esercizio yoga dei partecipanti da soli e per metà all’esercizio yoga dei partecipanti in contatto con i piccoli di varie razze. La motivazione? Quel contatto va a beneficio del benessere fisico e mentale di chi pratica yoga. Quale benessere per i cuccioli? Nel caso specifico, ripreso dal servizio di Striscia, si vedono cuccioli di soli 40 giorni trasportati tutti insieme in una gabbia nel retro di una vettura, scaricati in una cassetta di frutta e verdura e rinchiusi in un recinto all’interno della struttura fino al momento del loro ingresso in sala. Tenuti per la durata della sessione destinata ai soli umani senza acqua né cibo per evitare che facciano in seguito i loro bisogni e coinvolti in un programma di diverse sessioni dalla mattina al pomeriggio.
Il “Puppy yoga” è sfruttamento e oggettivizzazione dell’animale a scopi economici? Qual è l’impatto di questa pratica sullo sviluppo e crescita dei cucciolini? Esiste una normativa vigente che disciplina tutto questo? L’associazione Lndc-Animal Protection sta già depositando la sua denuncia alla Procura di Milano a seguito della segnalazione della divulgatrice Dunia Rahwan e di altri. Spiega Piera Rosati, presidente dell’associazione: “Ci troviamo di fronte a un vero e proprio sfruttamento a fini commerciali che non tiene in alcun conto il benessere e la salute psicofisica di creature ancora troppo fragili. A quell’età i cuccioli non dovrebbero affrontare viaggi e stress ma stare in un ambiente tranquillo e protetto sotto la guida e le cure della loro mamma. Farli manipolare da decine di sconosciuti, per lunghe ore, può invece esporli non solo a problemi sanitari ma soprattutto a traumi psicologici che in futuro possono evolvere in problemi comportamentali”. Per questo motivo l’associazione chiede alla Procura di Milano di svolgere le opportune indagini per individuare i responsabili, e fa sapere che si attiverà nei confronti di tutti i centri che organizzano corsi come questo.
L’avvocato Michele Pezone, coordinatore dell’ufficio legale della Lndc a livello nazionale, rivela a FqMagazine: “Stiamo seguendo il Puppy yoga da qualche mese, un fenomeno che si sta diffondendo rapidamente in Italia e fuori dai confini. Abbiamo iniziato una nostra attività di ricerca da qualche mese ma il servizio di Striscia ha accelerato le cose evidenziando modalità di trasporto e detenzione degli animali nelle sedi coinvolte che non vanno a garanzia di cura e rispetto dell’animale”. Cosa dice la legge in merito? “Le linee guida nazionali recepite con accordo fra Governo, Regioni e Province autonome nel 2015 affrontano il tema degli interventi assistiti con animali a scopo terapeutico – risponde – ma prevedono l’utilizzo di soli animali adulti dopo adeguata formazione nell’ambito di casi specifici”. Ma il “Puppy yoga” si può qualificare come intervento assistito con animali? Ecco il parere del legale: “Non esiste nulla che disciplini l’utilizzo di animali nello yoga. Ma l’attività potrebbe rientrare nella categoria degli interventi ludico ricreativi previsti dalle linee guida. Inoltre qui si tratta di cuccioli, non certo di cani adulti. Non solo: non c’è alcuna evidenza scientifica ad oggi dei benefici di questa pratica. Anche fosse, dovremmo chiederci fino a dove è possibile spingerci, noi umani, per non cadere nella strumentalizzazione degli animali a fini commerciali per iniziative lontane dal rispetto delle loro esigenze. Vedremo cosa stabilirà la Procura”. Poi aggiunge: “Indipendentemente dagli esiti delle indagini, cioè se verranno individuati o meno gli estremi per configurare un reato, per noi questo rimane un comportamento palesemente lontano dal corretto rapporto con l’animale”.
L’etologo Enrico Moriconi, consulente dell’associazione che ha lavorato per diverse procure come perito, conferma a FqMagazine: “Ci sono certamente i presupposti per avviare un’indagine. Pur in assenza di chiari riferimenti normativi, amministrativi e legislativi che disciplinano quest’attività abbiamo evidenza di cuccioli trasportati e allontanati dalla mamma, probabilmente assetati. Le necessità di un cucciolo non sono certo quelle di stare a servizio di un corso yoga”. Moriconi, che nella sua lunga carriera si è occupato anche di questioni giudiziarie che hanno visto protagonisti tigri ed elefanti di noti circhi italiani (poi condannati e sequestrati), nonché di vicende riguardanti animali utilizzati per sperimentazioni, parte da questa considerazione: “Negli interventi assistiti il limite è l’età adulta del cane, previo un percorso di addestramento ed educazione proprio perché all’animale viene richiesto l’impegno psicologico di instaurare un rapporto con persone sconosciute. I cuccioli non hanno ancora formazione dal punto di vista comunicativo, la loro comunicazione è con la madre. Portarli dal veterinario è già un evento per loro eccezionale”.
Come affrontano i cuccioli un viaggio in auto e l’ingresso in una sala piena di estranei? “Il viaggio in macchina costituisce sempre una fase di stress per il cane, di fastidio e difficolta di ambientamento, se avviene prima dei 60 giorni, con mancanza di acqua nell’ambiente di destinazione, è un trauma. Una violazione fisiologica ed etologica dell’animale. Portarli, per giunta con modalità di trasporto irregolari per legge, in un luogo dove devono sforzarsi di stabilire un contatto che a loro non dice niente e sono spupazzati come giocattoli è una grave fonte di disorientamento per loro. Dovremmo sempre chiederci come sta l’animale e non come noi pensiamo che stia”.
Gli allevatori coinvolti cosa dicono? Abbiamo sentito due voci, trovate a caso fra i partner della rete “Puppy Yoga Brunch”. E li abbiamo chiamati. La prima a risponderci è Francesca Bastoni, titolare di un allevamento amatoriale di bassotti, Casa Teckel di Castefranco Emilia (Modena). Ci risponde così: “Teniamo otto bassotti. Abbiamo deciso di sperimentare la richiesta che ci è arrivata fornendo una cucciolata di oltre 70 giorni, sverminata e vaccinata, per Il Puppy Yoga. Le famiglie assegnatarie sono state informate. Li abbiamo portati in un ambiente igienizzato, con un telo a copertura di tutta la sala, idoneo anche per i loro bisogni”. Ai cuccioli ha fatto bene? “Per quanto mi riguarda è stata una bella esperienza per loro. Io l’ho presa come un’opportunità di sperimentare il trasportino e sono stata con loro per tutto il tempo portando con noi anche la mamma e le cucce”, racconta. Come si sono comportati i cuccioli? “Se durante la lezione si alzavamo bene se continuavano a dormire nessuno li forzava. E’ stata una buona esperienza di socializzazione per loro. Persino per un cucciolino timidino. C’erano anche bambini curiosi e affettuosi”, racconta. Quanto guadagnate da questo tipo di attività? “Solo un rimborso spese. Non lo abbiamo fatto per soldi ma per offrire un’esperienza a chi vuole incontrare i cuccioli e magari non può averne”. Il secondo che interpelliamo è Antonello Nakhleh, dell’allevamento I Tre Cioccolati. Titolare anche di un centro cinofilo polivalente dove alleva labrador e chihuahua, istruttore, coadiutore in interventi assistiti, formatore, educatore comportamentale specializzato in cani con disabilità, ci dice: “Può essere un momento importante per gli animali, li aiuta a socializzare a ad aprirsi. Assecondando la loro iniziativa spontanea si crea un’autostima che permette loro di superare dei limiti a livello caratteriale. Mentre su un cane molto esuberante può agire a livello contenitivo, tranquillizzarlo”.
Dunia Rahwan, la giornalista radiofonica animalista divulgatrice che ha dato avvio dal suo profilo Instagram (@Dunia_animalara) all’indagine segnalando vari casi alla Lndc, non è per niente d’accordo: “Questi cuccioli vengono manipolati e usati come pupazzi da decine di persone al giorno per ore”. Ha raccolto testimonianze di docenti di yoga e clienti: cagnolini sballottati come pacchi e utilizzati fino a sei-otto volte al giorno. Stravolti. Nelle storie in evidenza si parla anche di cuccioli sollevati in posizioni forzate e a rischio. “Sai qual è il fine del Puppy yoga?”, mi chiede. “Avere il selfie da pubblicare. Se non ci fosse il cellulare quest’attività non starebbe in piedi. E’ triste ammetterlo ma è così”. Il dato interessante è economico: su una stima approssimativa, a quanto ci rivela Dunia, una sessione costa 40 euro a persona, ogni classe contiene un massimo di 30 persone. Moltiplicato per sei-otto classi al giorno, dedotto ciò che va all’allevatore e all’insegnante di yoga, fatevi i vostri conti.