Momento difficile per Benyamin Netanyahu che – adesso – deve sempre più fare i conti anche con i problemi politici interni oltre che alle accuse che arrivano dall’estero dopo il raid che ha ucciso sette operatori umanitari della World Central Kitchen a Gaza. A sorpresa il leader centrista israeliano e membro del Gabinetto di Guerra, Benny Gantz, chiede le elezioni anticipate: “Dovremmo concordare una data delle elezioni generali per settembre prossimo”, ha detto in conferenza stampa. È questa la prima volta che l’ex capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, in testa in tutti i sondaggi, chiede apertamente di anticipare le elezioni. Gantz rompe così il fronte interno israeliano e lancia la sfida a Netanyahu, un grave pericolo per l’attuale premier.

Immediata la reazione del partito del premier: “Gantz deve smetterla di occuparsi di ‘piccola politica’, il governo andrà avanti fino a che non raggiungerà tutti gli obiettivi della guerra”, ribatte il Likud. Non è la prima volta che Netanyahu si trova in una situazione politica delicata: da diverso tempo il Partito di unità nazionale ha iniziato a puntellare il governo. Meno di un mese fa lo stesso Gantz si era preso la scena a Washington,incontrando la vicepresidente americana Kamala Harris senza l’ok del premier. Il membro del gabinetto di guerra, favorito nei sondaggi, compie così sempre più passi per il superamento dell’era Netanyahu.

Anche sul fronte esterno non mancano le grane per il premier israeliano. “Insufficiente e inaccettabile”, la definisce così il premier spagnolo, Pedro Sanchez la risposta fornita da Netanyahu sul raid che ha ucciso gli operatori umanitari. Il primo ministro israeliano aveva parlato di “un tragico caso” e che quella “gente innocente” era stata colpita “senza intenzione: “Questo succede in guerra”, ha concluso il presidente israeliano annunciando un’inchiesta per chiarire l’accaduto. Ma le ricostruzioni del raid hanno contraddetto la versione ufficiale di Netanyahu: come hanno spiegato anche i media di Tel Aviv, l’attacco è avvenuto con tre missili sganciati da un drone in altrettanti lanci differenti colpendo le tre auto del convoglio dei volontari con il logo dell’Ong ben visibile: “L’Idf pensava ci fosse un membro di Hamas”, hanno affermato fonti israeliane. Per questo Sanchez insiste: “Stiamo attendendo spiegazioni molto più dettagliate del perché di questo bombardamento”, ha ribadito.

I corpi delle sei vittime straniere (con loro è morto anche l’autista palestinese) sono stati trasportati fuori dalla Striscia di Gaza attraverso il confine egiziano al valico di Rafah, per essere rimpatriati. Gli operatori umanitari stranieri della World Central Kitchen, morti nel raid israeliano sono tre cittadini britannici, un cittadino polacco, un australiano e un canadese con doppia cittadinanza americana. E nel Regno Unito cresce l’indignazione, dal mondo politico a quello del volontariato fino alla stampa. L’attacco è stato ricostruito sui media come apparentemente “deliberato“. La tre vittime britanniche uccise mentre erano impegnate a portare aiuti alimentari alla popolazione palestinese avevano 33,47 e 57 anni. Mentre il premier Rishi Sunak si è detto “sconvolto ” e “ha chiesto un’indagine approfondita, trasparente e indipendente”, il raid è stato condannato pure dal leader neomoderato dell’opposizione laburista Keir Starmer, in passato criticato dalla sua base per un atteggiamento ritenuto troppo filo-israeliano. Starmer ha definito l’accaduto “inaccettabile” e “oltraggioso“. Come già fatto dalla Gran Bretagna anche la Polonia ha convocato l’ambasciatore israeliano. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che il raid e la successiva reazione di Israele stanno mettendo “alla prova” la solidarietà con questo Paese. “Il tragico attacco ai volontari e la vostra reazione suscitano una rabbia comprensibile“, ha detto Tusk. E la procura di Przemysl, da cui proveniva l’operatore umanitario polacco ucciso, sta indagando in modo indipendente sulle circostanze della sua uccisione a Gaza.

Intanto proseguono le reazioni. “Torno a rinnovare la mia ferma richiesta per un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Esprimo il mio profondo rammarico per i volontari uccisi mentre erano impegnati nella distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. Prego per loro e le loro famiglie, rinnovo l’appello a che sia permesso a quella popolazione civile stremata e sofferente l’accesso agli aiuti umanitari e che siano subito rilasciati gli ostaggi”, ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è intervenuto esprimendo la sua preoccupazione per la situazione in Medio Oriente. “Una condizione che rischia di creare ostacoli anziché agevolare la prospettiva di sicurezza di Israele e la possibilità di costruire uno stato palestinese, per cui resta solo la soluzione due popoli due stati“, ha detto Mattarella parlando da Abidjan, prima tappa della sua visita in Africa.

Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, quella in corso a Gaza è “una catastrofe umanitaria. Vediamo sofferenza, vediamo civili che vengono uccisi e anche attacchi contro operatori umanitari”. “Condanno il raid e accolgo positivamente l’inchiesta” annunciata da Israele, ha sottolineato Stoltenberg aggiungendo che quanto accaduto dimostra che “la guerra ha conseguenze molto gravi sugli innocenti che vivono a Gaza, ma anche sugli operatori umanitari”. Per il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, “questo massacro fornisce un’ulteriore prova della natura totalmente casuale delle operazioni di occupazione israeliane nella Striscia di Gaza, e che i sette operatori umanitari sono stati uccisi, come centinaia di altri operatori umanitari e decine di migliaia di civili palestinesi, a sangue freddo, senza il minimo rispetto per le leggi di guerra o il minimo scrupolo di coscienza”, ha riferito il suo portavoce. confermando che circa duecento operatori umanitari sono stati uccisi dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, tra cui circa 176 membri del personale dell’Unrwa, un numero senza precedenti in qualsiasi conflitto del ventunesimo secolo e un pericoloso precedente.

Rispondendo al coro di critiche e condanne, il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi si è “scusato” ma ha ribadito la non intenzionalità del raid: “Voglio essere molto chiaro: l’attacco non è stato condotto con l’intenzione di colpire gli operatori umanitari del Wck. È stato – ha aggiunto al termine di un primo esame dell’incidente – uno sbaglio seguito ad una cattiva identificazione notturna nel corso di una guerra in condizioni molto complesse. Non sarebbe dovuto accadere“. Intanto la guerra continua e secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità di Gaza, nelle ultime 24 ore ci sono state altre 59 vittime palestinesi e 83 feriti. Aggiornamenti che portano il bilancio dei morti a quasi 33 mila dal 7 ottobre, mentre sarebbero 75.577 i feriti negli attacchi israeliani su Gaza.

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