Una manifestazione in piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon a Roma, e poi un’intera giornata di sciopero, giovedì, per ribadire la contrarietà alla possibile cessione dell’Agi al gruppo Angelucci da parte di Eni. I giornalisti dell’agenzia di stampa, supportati anche da Fnsi e Stampa Romana, così come dalle opposizioni Pd, M5s, Alleanza Verdi Sinistra, Azione e Più Europa, sono scesi in piazza contro la decisione della società partecipata dal ministero dell’Economia, che è in trattativa avanzata con gli Angelucci – editori anche di Libero, Il Giornale, Il Tempo e il Corriere dell’Umbria – per il passaggio di proprietà. Antonio Angelucci è anche deputato della Lega, un aspetto che allarma anche gli eurodeputati del Pd impegnati a sottoporre il caso alla Commissione Europea. Ma non solo. “Questa è una operazione che travalica il comune senso del pudore, in grande spregio di ogni logica di conflitto d’interessi“, ha accusato pure l’ex segretario dem Pier Luigi Bersani, intervenendo al presidio dell’agenzia Agi per la libertà di informazione. “Siete i minatori dell’informazione che vanno in cerca di materie prime, siamo con voi”, ha rivendicato, rivolgendosi ai giornalisti e alle giornaliste in presidio. Con lui in piazza anche una delegazione dem, con la capogruppo Chiara Braga e, tra gli altri, i parlamentari Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Filippo Sensi, Walter Verini, il responsabile Informazione Sandro Ruotolo.
Siamo un Paese del G7? Una democrazia? In democrazia non dovrebbe accadere che un’azienda di Stato offra tramite trattativa privata un’agenzia di stampa a un parlamentare di maggioranza, la seconda del Paese. Una vergogna che contrasteremo in ogni modo“, ha attaccato il presidente M5s Giuseppe Conte. “Se l’Eni ha interesse a vendere questa agenzia lo faccia in modo trasparente, tramite una gara. L’operazione deve essere a vantaggio dell’intera comunità, non di un singolo parlamentare che fra l’altro sta già costruendo un monopolio nel campo dell’informazione, dato che controlla già tre testate giornalistiche. Questa concentrazione è assolutamente contraria all’interesse pubblico e una partecipata di Stato non può mettersi ad accrescere questa concentrazione”, ha continuato. Per poi intrattenersi con i cronisti in presidio: “Mi dicono, secondo indiscrezioni, che potrebbe essere Mario Sechi regista dell’operazione? Se così fosse ci metta la faccia. Ci piace la democrazia e la trasparenza, che ne parli pubblicamente se così fosse”. “L’Italia sul fronte del conflitto d’interessi e dell’autonomia dell’informazione ha già i suoi problemi. L’idea che Angelucci, parlamentare della destra già proprietario di un vasto gruppo editoriale, possa prendersi l’Agi dall’Eni è un fatto gravissimo che rischia di aggravarli pesantemente”, ha aggiunto pure il segretario di Sinistra italiana e deputato Avs Nicola Fratoianni. Presente al sit-in anche Carlo Calenda, segretario di Azione: “Le agenzie rischiano di diventare strumenti di lobby. Questa è una cosa disastrosa. La stampa libera è importante per una democrazia quanto lo è l’opposizione in Parlamento. Noi siamo con l’Agi anche per una questione di indipendenza”.
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I giornalisti dell’Agi in piazza contro la cessione con Angelucci: “Eni, partecipata dallo Stato, vende l’agenzia senza un bando di gara”

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