Centrodestra compatto alla Camera, dove in queste ore sono state discusse le mozioni di sfiducia contro Matteo Salvini e Daniela Santanchè. Montecitorio, come era atteso, ha respinto quella contro il leader della Lega. La coalizione di governo ha salvato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture con 211 no, 129 sì e 3 astenuti. A sottoscrivere la mozione contro Salvini sono stati quasi tutti i partiti dell’opposizione: Azione, il Pd, i 5 stelle e l’Alleanza Verdi Sinistra. Il leader leghista è finito sotto accusa per l’accordo del Carroccio con il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, siglato nel 2017 e mai stato disdetto formalmente. Sempre oggi l’aula di Montecitorio ha iniziato la discussione della mozione di sfiducia a un’altra esponente del governo di Giorgia Meloni, cioè Daniela Santanché. I due ministri sotto accusa non erano in aula e i banchi dell’esecutivo sono rimasti vuoti per gran parte della giornata. Fdi, come ricostruito dal Fatto Quotidiano, ha silenziato la ministra del Turismo, indagata per truffa all’Inps nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sulla cassa integrazione Covid della società Visibilia. Santanchè, dunque, non si è presentata a Montecitorio per difendersi. Ma i banchi del governo non sono mai stati affollati: era presente la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Solo nel tardo pomeriggio sono comparsi in aula due ministri della Lega, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti. E poi anche il responsabile per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Per l’esecutivo ha parlato la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano che è arrivata a chiedere all’Aula di “rispettare la magistratura“.
Il dibattito su Salvini – Lia Quartapelle del Pd ha chiesto la sfiducia di Salvini “in virtù dei rapporti opachi che ha tenuto e continua a tenere con la Russia”. Secondo l’esponente dem “la prima a fare questa scelta è stata Giorgia Meloni: non è sfuggito a nessuno che non ci sono uomini della Lega nei ministeri chiave come Esteri e Difesa. Abbiamo appreso con favore ieri la nota della Lega che ha preso le distanze da quell’accordo, e quindi anche da chi l’ha siglato, ma non c’è alcuna dichiarazione formale, e finché non c’è dobbiamo ritenere quell’accordo ancora in vigore”.”Il problema non è se passa o meno la mozione di sfiducia, che noi voteremo convintamente, ma che Salvini eserciti le funzioni di ministro, mettendo a rischio la sicurezza nazionale”, ha scritto su X il segretario di Più Europa Riccardo Magi. A difendere il leghista sono stati i parlamentari del centrodestra, a cominciare dal capogruppo del suo partito, Riccardo Molinari: “Un’opposizione di sinistra che nel Parlamento italiano si è divisa sul finanziamento a Kiev per resistere all’aggressione russa sacrificando l’atlantismo sull’altare del campo largo oggi chiede la testa di Salvini accusandolo di essere filo-russo. Più che un’azione politica mi sembra un’azione disperata”. “Questa mozione, sia per il suo contenuto sia per le enormi contraddizioni tra i firmatari, sembra essere la classica mossa della disperazione perché non mette in difficoltà la maggioranza, ma pone più di un dubbio sulla coerenza politica di alcuni suoi presentatori”, ha detto invece Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia.
I due voti di Renzi – Distinguo invece in Italia Viva, perché Matteo Renzi dice che il suo partito vota “sì alla sfiducia a Salvini perché contesta il posizionamento politico di Salvini sulla Russia”, anche se, sottolinea, “ci scappa da ridere a pensare che questa mozione sia firmata anche da Giuseppe Conte, che ha fatto entrare i soldati russi in Italia senza alcuna logica”. Domattina, alla ripresa dei lavori, Italia viva non voterà invece a favore della sfiducia a Santanchè “perché quella è una trasformazione del Parlamento in un tribunale“. Diversa la posizione di Azione: “Su Salvini e Santanché non si tratta di garantismo, ma di argomenti politici. Non possiamo avere un viceministro che ha un accordo in essere con Putin e una ministra del Turismo che imbarazza il Paese”, dice Carlo Calenda.
Il dibattito sul caso Santanché – Contro la ministra del Turismo è intervenuta la deputata M5s Chiara Appendino: “Daniela Santanché decide per i suoi interessi o per quelli dell’Italia?”, ha detto annunciando il voto a favore della mozione di sfiducia. Ma “la sua vicenda non è solo giudiziaria. E’ politica. Per voi serve aspettare il rinvio a giudizio di una ministra che ha mentito davanti al Parlamento? Per voi la dignità non esiste”, ha aggiunto la deputata rivolgendosi ai banchi del centrodestra e ricordando che: “Chi si candida si impegna a non agire mai in conflitto di interessi”. Santanché, ha ricordato la parlamentare, è una “ministra accusata di truffa aggravata usando anche i fondi Covid nel periodo più grave che ha affrontato il Paese”. Quindi Appendino ha fatto un elenco di accuse contro il governo: da Sgarbi che “si è dimesso solo perché l’opposizione ha fatto sentire la sua voce”, al “super stipendio di Brunetta per affossare il reddito di cittadinanza”. Quindi, la deputata del M5s, ha citato in Aula la frase-insulto che Santanchè rivolse “ad un padre di famiglia che non riusciva ad arrivare alla fine del mese” e che percepiva il reddito di cittadinanza per poi attaccare direttamente la ministra: “Lei ha preferito a scappare dall’Aula, ha preferito nascondersi. Spero comunque che dalla tana in cui si è nascosta stia seguendo questo dibattito in Aula. E allora abbia un sussulto di dignità. Si dimetta. Lo faccia per rispetto dell’Italia e degli italiani”.
Conte: “L’amichettismo prevale su tutto” – Poco dopo, a margine del presidio per i giornalisti Agi, ha parlato anche il leader M5s Giuseppe Conte: “Meloni scredita l’Italia se ministri con accuse così gravi restano al loro posto. Stai dando un segnale non solo all’Italia ma anche all’Europa della considerazione che hai delle istituzioni. È l’amichettismo che prevale su tutto”. E a chi gli ha ribattuto parlando di “garantismo”, ha replicato: “Per cosa quando c’è il disonore delle istituzioni? Qui la garanzia è che si stanno disonorando le istituzioni. Il garantismo è una cosa seria non lo invochiamo fuor di luogo. Ci sono garanzie costituzionali che riguardano i processi e che vanno garantite a tutti gli imputati e gli indagati ma è una cosa ben diversa sui stiamo parlando di responsabilità politica, di opportunità”. Per le opposizioni ha parlato anche la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, annunciando il voto a favore per la mozione di sfiducia. La parlamentare ha messo sotto accusa i guadagni che “sono stati fatti” anche a “scapito dei dipendenti”. Quindi, ha chiesto alla Santanché di dimettersi e di mostrare “almeno un po’” “un cenno di comprensione” e “di pudore”. “Ecco la scomparsa di quel pudore è il manifesto politico non solo di quella persona”, cioè Daniela Santanché, “ma di tutta la destra”, ha concluso.
L’autodifesa del governo – In difesa della ministra è intervenuta la sottosegretaria Siracusano: “Sento il dovere di intervenire”, ha detto, “perché alcune questioni poste in questo dibattito, anche alcuni toni utilizzati non fanno onore al Parlamento, non accrescono l’onore del Parlamento, perché la tanto invocata separazione dei poteri, che è un principio assoluto e importante, non può essere utilizzata a intermittenza secondo la convenienza di parte. La tanto invocata separazione dei poteri dovrebbe indurre il Parlamento a rispettare il lavoro della magistratura, nel silenzio, con sobrietà. Quindi anticipare i processi, ed è questo quello che ho sentito fare in quest’aula oggi, non significa rispettare il lavoro della magistratura”. E addirittura Siracusano ha azzardato: “Questa tipologia di dibattito nell’Aula parlamentare può costituire un pericoloso precedente perché rischia di attribuire alla magistratura una funzione che non è della magistratura, quella di comporre e scomporre i governi. E non credo neanche che la magistratura vuole che le sia attribuita questa funzione”.