“I ragazzi non devono essere prelevati dalla scuola per essere portati all’esibizione della pattuglia acrobatica Frecce Tricolori alla base militare di Ghedi”. A schierarsi contro l’iniziativa promossa dall’Aeronautica e dal ministero dell’Istruzione e del Merito, sono duecento docenti che hanno scritto una lettera pubblica dal titolo Il fascino indiscreto della guerra per opporsi alle parole dell’ufficio scolastico territoriale di Brescia che ha inviato una circolare a tutte le scuole di ogni ordine e grado per invitarli all’evento di martedì 16 denominato “Mettiamo le ali ai nostri sogni”.

A mandare su tutte le furie molti insegnanti sono state proprio le parole scritte nella circolare firmata dal dirigente Giuseppe Bonelli: “La finalità è quella di far conoscere e promuovere sul territorio, insieme alla cittadinanza, alle scuole, alle istituzioni, i valori che ispirano il servizio al Paese, le tradizioni e la cultura dell’eccellenza italiana nel mondo ed il patrimonio di storia, cultura aeronautica con le professionalità espresse dall’Aeronautica militare. Oltre all’emozione per l’esibizione aerea, l’occasione potrà fornire agli studenti anche uno spunto per l’orientamento nella scelta del proprio profilo professionale ed occupazionale”. L’Ust ha previsto come programma la visita agli stand e alla mostra statica presso il sesto Stormo “Diavoli Rossi” per poi assistere all’esibizione aerea.

“Mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario in numerose zone del mondo, allo stravolgimento di Paesi e popoli colpiti da armi di cielo e di terra che generano fame e migrazioni spesso senza speranza – scrivono i docenti – vediamo un fiorire di iniziative frutto anche dello zelo ministeriale che esortano le scuole a far partecipare gli alunni a uscite didattiche aventi per oggetto visite a mostre d’armi, a basi militari, a parate, ad addestramenti, ad alza-bandiera, a incontri con l’esercito”.

Per le centinaia di maestri e professori che hanno firmato l’appello si tratta di “un’ingiunzione dall’alto che non può non stridere con quanto per anni si è cercato di costruire nei percorsi di Educazione civica a scuola con i ragazzi… in linea con le finalità generali dei programmi ministeriali che non prescindevano da valori come convivenza pacifica, democratica, centrata sul confronto e sul dialogo”. Chi firma la lettera di protesta ricorda che quella di Ghedi è “una base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei con il loro carico di morte da riversare su paesi come Iraq nel 1991 e Serbia nel 1999 e dove sono custodite armi a testata nucleare, che gli F35 dislocati nella base sono abilitati a trasportare e utilizzare”.

Non solo: “Al di là dei volteggi acrobatici e delle scie tricolori che dovrebbero attirare il pubblico c’è un alto tasso di inquinamento acustico e dell’aria”. I docenti si rivolgono in maniera diretta a Giuseppe Valditara: “Di che emozioni e sogni parla il ministro? Sono forse i brividi adrenalinici dell’incolumità a rischio che dovrebbero suscitare emozioni? Ma per la gloriosa pattuglia acrobatica non sta bene parlare di rischio. Sono troppo bravi. Fanno sognare. Stupefacente se non fosse inaccettabile la chiosa metaforica finale: ‘Mettere ali al proprio futuro’. Non solo si dovrebbero prelevare i ragazzi da scuola per trasferirli a Ghedi, ma il ministro vorrebbe che da questa visita traessero ispirazione per la loro futura professione. Verso quali orizzonti di gloria li vorrebbe spingere?”.

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