Avrebbe occupato abusivamente per anni i locali confiscati alla criminalità organizzata, aprendo una “palestra antiracket” realizzando anche modifiche non autorizzate all’interno dei locali. Il Tribunale di Palermo ha così sequestrato la struttura dell’imprenditrice Valeria Grasso, testimone di giustizia nota per aver denunciato il racket del pizzo, che è indagata per invasione di terreni. Un immobile che si trova nel quartiere San Lorenzo, nel capoluogo siciliano, che è stato confiscato dallo Stato al boss Giuseppe Guastella, già reggente del mandamento mafioso di Resuttana.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti da circa 10 anni Valeria Grasso “nella qualità di presidente dell’associazione Legalità e Libertà, ha occupato sine titulo i locali di via Dominici 27/A, ove insiste un immobile confiscato e di proprietà dell’Anbcs”, l’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L’immobile in questione è stato confiscato nel 2005 e devoluto al patrimonio dello Stato ed “è stato gestito dall’agenzia che in data 2014 emetteva una ordinanza di sfratto della predetta Grasso, regolarmente notificata in data 19 aprile 2020, a mezzo Carabinieri”. Lo sgombero, però, “non è mai avvenuto“.
Anni dopo l’imprenditore edile Domenico D’Agati, anche lui testimone di giustizia, ha denunciato alle autorità di avere effettuato in quell’edificio dei lavori di ristrutturazione tra giugno e ottobre 2022 e di non essere stato pagato da Valeria Grasso. Il 28 novembre del 2023 la Polizia Municipale ha effettuato un sopralluogo e ha accertato la presenza del figlio di Valeria Grasso, Emanuele Musumeci, constatando che l’immobile “continua ad essere abusivamente occupato e che lo stesso ha subito delle modifiche di carattere urbanistico edilizio mai denunciate” come la creazione di ambienti separati per il fitness, spogliatoi e servizi igienici, area reception e cambio di destinazione d’uso “non autorizzati e realizzati in data imprecisata”. Secondo gli investigatori l’indagata avrebbe anche presentato una falsa segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
Oggi Valeria Grasso conduce attività culturali e informative per la lotta contro la mafia. Nel 2013 Fratelli d’Italia ha anche proposto il suo nome come Presidente della Repubblica: “Madre e imprenditrice, che non ha avuto paura di sfidare la mafia e di pagarne il prezzo. La politica potrebbe in questo modo dare un vero segnale di discontinuità rispetto al passato e raccogliere la richiesta di cambiamento che arriva dagli italiani”, scriveva in una nota Giorgia Meloni. Alcuni anni fa, era stata anche nominata responsabile regionale del dipartimento antiracket, antiusura e dei beni confiscati di Forza Italia, dall’allora coordinatore azzurro siciliano Gianfranco Miccichè.
Secondo il gip Ivana Vassallo “l’immobile è stato invaso abusivamente al fine di trarre profitto, in quanto, trattandosi di immobile di proprietà dell’agenzia dei beni confiscati, è stato stabilmente occupato da soggetti non legittimati al fine di realizzare una palestra”, si legge ancora nel provvedimento come riporta l’Adnkronos. E sotto il profilo “soggettivo, l’invasione sine titulo è stata realizzata con coscienza e volontà, essendo stata notificata l’ordinanza di sfratto da parte dell’Agenzia dei beni confiscati e al fine di conseguire un profitto tramite la gestione della palestra”. L’Agenzia per i beni confiscati nel maggio 2023 aveva scritto che “non esiste alcun provvedimento di assegnazione dell’immobile né di autorizzazione per la sua ristrutturazione”. Valeria Grasso ha sempre parlato di “pastoie burocratiche” che sarebbero state risolte in breve tempo. Adesso la Polizia municipale ha sistemato sul cancello della palestra un cartello con la scritta: “Questo manufatto è stato posto sotto sequestro preventivo e messo a disposizione del Tribunale di Palermo”.
Cronaca
Palermo, sequestrata la “palestra antiracket” della testimone di giustizia Valeria Grasso: “Occupazione abusiva”
Avrebbe occupato abusivamente per anni i locali confiscati alla criminalità organizzata, aprendo una “palestra antiracket” realizzando anche modifiche non autorizzate all’interno dei locali. Il Tribunale di Palermo ha così sequestrato la struttura dell’imprenditrice Valeria Grasso, testimone di giustizia nota per aver denunciato il racket del pizzo, che è indagata per invasione di terreni. Un immobile che si trova nel quartiere San Lorenzo, nel capoluogo siciliano, che è stato confiscato dallo Stato al boss Giuseppe Guastella, già reggente del mandamento mafioso di Resuttana.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti da circa 10 anni Valeria Grasso “nella qualità di presidente dell’associazione Legalità e Libertà, ha occupato sine titulo i locali di via Dominici 27/A, ove insiste un immobile confiscato e di proprietà dell’Anbcs”, l’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L’immobile in questione è stato confiscato nel 2005 e devoluto al patrimonio dello Stato ed “è stato gestito dall’agenzia che in data 2014 emetteva una ordinanza di sfratto della predetta Grasso, regolarmente notificata in data 19 aprile 2020, a mezzo Carabinieri”. Lo sgombero, però, “non è mai avvenuto“.
Anni dopo l’imprenditore edile Domenico D’Agati, anche lui testimone di giustizia, ha denunciato alle autorità di avere effettuato in quell’edificio dei lavori di ristrutturazione tra giugno e ottobre 2022 e di non essere stato pagato da Valeria Grasso. Il 28 novembre del 2023 la Polizia Municipale ha effettuato un sopralluogo e ha accertato la presenza del figlio di Valeria Grasso, Emanuele Musumeci, constatando che l’immobile “continua ad essere abusivamente occupato e che lo stesso ha subito delle modifiche di carattere urbanistico edilizio mai denunciate” come la creazione di ambienti separati per il fitness, spogliatoi e servizi igienici, area reception e cambio di destinazione d’uso “non autorizzati e realizzati in data imprecisata”. Secondo gli investigatori l’indagata avrebbe anche presentato una falsa segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
Oggi Valeria Grasso conduce attività culturali e informative per la lotta contro la mafia. Nel 2013 Fratelli d’Italia ha anche proposto il suo nome come Presidente della Repubblica: “Madre e imprenditrice, che non ha avuto paura di sfidare la mafia e di pagarne il prezzo. La politica potrebbe in questo modo dare un vero segnale di discontinuità rispetto al passato e raccogliere la richiesta di cambiamento che arriva dagli italiani”, scriveva in una nota Giorgia Meloni. Alcuni anni fa, era stata anche nominata responsabile regionale del dipartimento antiracket, antiusura e dei beni confiscati di Forza Italia, dall’allora coordinatore azzurro siciliano Gianfranco Miccichè.
Secondo il gip Ivana Vassallo “l’immobile è stato invaso abusivamente al fine di trarre profitto, in quanto, trattandosi di immobile di proprietà dell’agenzia dei beni confiscati, è stato stabilmente occupato da soggetti non legittimati al fine di realizzare una palestra”, si legge ancora nel provvedimento come riporta l’Adnkronos. E sotto il profilo “soggettivo, l’invasione sine titulo è stata realizzata con coscienza e volontà, essendo stata notificata l’ordinanza di sfratto da parte dell’Agenzia dei beni confiscati e al fine di conseguire un profitto tramite la gestione della palestra”. L’Agenzia per i beni confiscati nel maggio 2023 aveva scritto che “non esiste alcun provvedimento di assegnazione dell’immobile né di autorizzazione per la sua ristrutturazione”. Valeria Grasso ha sempre parlato di “pastoie burocratiche” che sarebbero state risolte in breve tempo. Adesso la Polizia municipale ha sistemato sul cancello della palestra un cartello con la scritta: “Questo manufatto è stato posto sotto sequestro preventivo e messo a disposizione del Tribunale di Palermo”.
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La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.