Emanuele Orsini sarà il nuovo presidente di Confindustria. L’altro pretendente, Edoardo Garrone della Erg, ha annunciato il suo passo indietro. Per “una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall’inizio”, scrive Garrone in una lunga lettera in cui annuncia: “La scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.
Ad indurre Garrone a fare marcia indietro sarebbe stata anche la convergenza dei sostenitori dell’escluso Antonio Gozzi verso il sostegno ad Orsini. La scelta, arrivata a 24 ore dalla votazione per la designazione del nuovo presidente, è stata quindi quella di non andare ad una conta che si preannunciava perdente. “Vincere all’ultimo voto rischia di essere una vittoria di Pirro, ovvero di non poter governare l’associazione con la necessaria efficacia. Una candidatura non basata su un largo consenso genera necessariamente una presidenza frutto di compromessi, debole, facilmente influenzabile, non in grado di rispondere alle difficili sfide che ci attendono”, dice Edoardo Garrone.
L’elezione vara e propria, salvo incredibili sorprese, avverrà il prossimo 23 maggio, data dell’assemblea generale dell’associazione. Orsini è già oggi vicepresidente dell’associazione degli industriali, con delega per la finanza e il fisco (nella squadra si contano altri 11 vicepresidenti), sotto la guida dell’uscente Carlo Bonomi. Bonomi, dopo la “bocciatura” alla presidenza della Luiss, punterebbe alla presidenza de Il Sole 24 Ore, gruppo editoriale di Confindustria, che oggi però è guidato proprio da Garrone. L’attuale presidente rischia insomma di rimanere con il cerino in mano.
Orsini, emiliano, nato nel 1973, opera nei comparti del legno e dell’alimentare. Si sarebbe garantito il supporto dei “gozziani” promettendo di mettere la manifattura al centro della nuova linea della presidenza e l’assegnazione di posti chiave nella nuova squadra. Confindustria conta circa 151mila imprese associate. L’organizzazione ha 183 dipendenti con un costo del personale di 17,6 milioni l’anno e spese complessive per circa 35 milioni di euro. Nel 2022 gli associati hanno versato 37 milioni di euro in quote. Controlla il 67% del gruppo Sole 24 Ore e l’Università Luiss.
Il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha espresso “grande apprezzamento per la sensibilità” dimostrata da Edoardo Garrone che ha deciso di offrire un segnale di unità dando – di fatto – il via libera a Emanuele Orsini verso la presidenza di Confindustria. “Conosco e stimo Orsini da anni: un abbraccio e in bocca al lupo per le importanti sfide che sarà chiamato ad affrontare”. Lo fa sapere la Lega.