Ogni arma, continuano, ha il suo giusto momento per essere utilizzata e cita anche il caso dei caccia F-16, in arrivo per l’estate: “Spesso semplicemente non riceviamo i sistemi d’arma nel momento in cui ne abbiamo bisogno, arrivano quando non sono più rilevanti. Ogni arma ha il suo momento giusto. Gli F-16 erano necessari nel 2023, non saranno adatti per il 2024”. E questo perché, secondo questo ufficiale, la Russia è pronta a contrastarli: “Negli ultimi mesi abbiamo iniziato a notare missili lanciati dai russi da Dzhankoy, nel nord della Crimea, ma senza testate esplosive. Non riuscivamo a capire cosa stessero facendo, e poi lo abbiamo capito. Stanno effettuando delle misurazioni” per calcolare dove è meglio schierare i suoi sistemi missilistici S-400 al fine di massimizzare l’area che possono coprire per colpire gli F-16, tenendoli lontani dalle linee del fronte e dagli hub logistici russi.
In questo momento, quindi, Kiev ha bisogno di armi tradizionali e di droni: “Abbiamo bisogno di obici e proiettili, centinaia di migliaia di proiettili e razzi. Abbiamo sempre detto ai partner occidentali che abbiamo l’esperienza di combattimento, che abbiamo la comprensione del campo di battaglia di questa guerra. Loro hanno le risorse e devono darci ciò di cui abbiamo bisogno”. A questo si aggiunge il fatto che c’è bisogno di molti più uomini. Il Paese attualmente non ha abbastanza uomini in prima linea e questo aggrava il problema dello scarso sostegno occidentale.
Stoltenberg: “Più aiuti a Kiev e più rapidamente” – In giornata è arrivato il nuovo appello del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha sottolineato il bisogno dell’Ucraina di “denaro fresco” per poter vincere la guerra e di un nuovo quadro per fornire aiuti militari a Kiev in modo che siano “prevedibili” e “costanti”. Stoltenberg ha confermato che i ministri oggi inizieranno a discutere il fondo da 100 miliardi e una struttura di coordinamento Nato: “Dobbiamo affidarci meno ai contributi volontari e più agli impegni dell’alleanza, meno alle offerte a breve termine e più agli impegni pluriennali. Mosca deve capire che non può raggiungere i suoi obiettivi sul campo di battaglia”. Questo perché ogni volta il flusso di aiuti non può, a suo dire, interrompersi per le discussioni e gli scontri interni ai singoli Paesi, ma deve essere programmato: “Sono lieto che gli alleati continuino a fornire armi, munizioni ed equipaggiamento. Ma l’Ucraina ha esigenze urgenti. Qualsiasi ritardo nel fornire supporto ha conseguenze sul campo di battaglia, quindi dobbiamo modificare le dinamiche del nostro sostegno. Pertanto i ministri discuteranno su come la Nato possa assumersi una maggiore responsabilità nel coordinare l’equipaggiamento militare e l’addestramento per l’Ucraina, ancorando il tutto all’interno di un solido quadro istituzionale alleato. Discuteremo anche di un impegno finanziario pluriennale per reggere il nostro sostegno. Questa riunione ministeriale getterà le basi per raggiungere un consenso su questi temi mentre ci prepariamo al vertice di Washington. Gli alleati della Nato forniscono il 99% di tutto il supporto militare all’Ucraina, quindi fare di più nell’ambito della Nato renderebbe i nostri sforzi più efficienti ed efficaci”.