Il gruppo americano McDonald’s ha annunciato che acquisterà tutti i suoi 225 ristoranti in franchising in Israele. La decisione è stata presa poiché i boicottaggi che stanno interessando il marchio in tutto il Medio Oriente iniziano a pesare sui conti della società. A McDonald’s viene rinfacciato di sostenere Tel Aviv e il suo esercito. La casa madre ha più volte smentito di avere preferenze politiche ma i franchising locali “sfuggono” inevitabilmente alle direttive centrali. E le ricadute si fanno poi sentire però su tutta la catena. Nel suo ultimo bilancio McDonad’s segnala come le vendite dei franchising siano salite solo dello 0,7% negli ultimi tre mesi del 2023, “a causa dell’impatto della guerra in Medio Oriente“. Da inizio anno le azioni del gruppo hanno perso circa il 9%.
La società ha dichiarato di aver stretto un accordo con il franchising israeliano Alonyal, che occupa oltre 5mila persone nel paese. McDonald’s ha assicurato che “rimane impegnata nel mercato israeliano e nel garantire un’esperienza positiva per dipendenti e clienti nel mercato in futuro”. I termini dell’accordo non sono stati resi noti. A gennaio, il Ceo di McDonald’s Chris Kempczinski aveva sottolineato la neutralità dell’azienda, affermando che “in ogni paese in cui operiamo, compresi quelli musulmani, McDonald’s è orgogliosamente rappresentato da operatori proprietari locali”. Ma, come altri marchi americani, McDonald’s è stato colpito da boicottaggi in diversi mercati della regione. Tra gli altri gruppi nel mirino dei boicottaggi anti Israele ci sono Starbuck’s, Carrefour, Coca Cola.