L’inchiesta sul progetto, mai realizzato, dello stadio della Roma a Tor di Valle si chiude con una condanna a 1 anno (pena sospesa) in primo grado per finanziamento illecito nei confronti del deputato ed ex tesoriere della Lega, Giulio Centemero. Assolto invece Francesco Bonifazi, ex tesoriere dl Pd e oggi deputato di Italia Viva. I due parlamentari erano imputati per i fondi, in totale 400mila euro, erogati tra il 2015 e il 2018 dal costruttore Luca Parnasi a due associazioni vicine ai dem e al Carroccio. Seconda condanna per Centemero dopo quella a 8 mesi a Milano nel 2023, sempre per finanziamento illecito verso la Lega, nell’affare Esselunga. Per l’ex tesoriere leghista la procura aveva chiesto 3 anni e 4 mesi.
Le accuse a Centemero riguardavano un finanziamento da 250mila euro erogato dalla Immobiliare Pentapigna srl e finito nelle casse della “Più voci”, onlus di area leghista. I soldi, per i pm, erano arrivati in due tranche: un primo bonifico da 125mila è stato emesso il primo dicembre 2015, un secondo con lo stesso importo è arrivato a febbraio del 2016. Si trattava di contributi “erogati – secondo il capo di imputazione – in assenza di delibera da parte dell’organo sociale competente e senza l’annotazione dell’erogazione nel bilancio di esercizio”. In passato Centemero aveva sempre spiegato che quei versamenti erano regolari e che neanche un centesimo era andato al partito di Matteo Salvini. Ma la procura era convinta che la “Più Voci” fosse un’associazione “riconducibile alla Lega Nord quale sua diretta emanazione e comunque costituente una sua articolazione”. Per quanto riguarda Bonifazi, i fatti contestati riguardavano 150mila euro pagati dalla Immobiliare Pentapigna Srl, società in passato riconducibile all’imprenditore romano, a cavallo delle elezioni politiche alla Fondazione Eyu il 22 febbraio 2018. Per i pm il pagamento era solo un modo per camuffare il contributo economico, ma il giudice ha assolto Bonifazi.
La sentenza di primo grado nel processo sugli affari che ruotavano intorno al primo progetto dello stadio a Tor di Valle, ha riguardato altre 20 posizioni, coinvolte a vario titolo per i reati di corruzione, traffico d’influenze. In totale vi sono state 9 condanne. Parnasi, l’unico ad aver scelto il rito abbreviato, è condannato a 2 anni. Condanna pesante per l’ex presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito, a 8 anni e 8 mesi e al suo socio, l’avvocato Camillo Mezzacapo, a 9 anni. Luca Lanzalone, ex presidente di Acea e consigliere dell’ex sindaca Virginia Raggi (estranea al processo), è stato condannato a 3 anni. Tra gli assolti, l’ex consigliere comunale Davide Bordoni oggi tra gli uomini del Carroccio più vicini al segretario e vicepremier Matteo Salvini, e l’ex assessore regionale Michele Civita.
Al centro dell’indagine c’erano il progetto dello stadio dell’As Roma avviato dal presidente James Pallotta – poi revocato con l’arrivo del nuovo patron Dan Friedkin – nell’area dell’ex Ippodromo di Tor di Valle e le manovre politiche per far sì che l’amministrazione pentastellata guidata da Virginia Raggi (inizialmente contraria) potesse avallare la realizzazione dell’opera. L’inchiesta deflagrò nel marzo 2019 con gli arresti ordinati dalla Procura di Roma, tra cui quello dell’allora presidente dell’Assemblea capitolina, De Vito, e del “facilitatore” Lanzalone, accusati di aver preso soldi e utilità per oliare i meccanismi e portare il progetto di Parnasi a dama.