Pettegolino

“I compagni mi infilavano le penne in mezzo alla scollatura, quelle come me non venivano prese sul serio. Sul set di Playboy cacciai un urlo”: il racconto di Enrica Bonaccorti

Una lunga intervista quella rilasciata dall'attrice e conduttrice al Corriere, nella quale c'è spazio per parlare di adolescenza e difficoltà di accettare la propria fisicità, nel caso di Bonaccorti caratterizzata da forme prorompenti

“Ho perso mio padre a 19 anni, mamma era insegnante, non potevo appoggiarmi a lei, dovevo guadagnare. Facevo teatro, non bastava. Avevo già mia figlia. Però non era una rivista sconcia, accanto alle foto sexy c’erano articoli di Eco, di Arbasino. Lo fecero pure la Berti, la Zanicchi, Sabina Ciuffini. Mi pagarono 2 milioni di lire“: così Enrica Bonaccorti al Corriere della Sera racconta di quando posò per Playboy. L’attrice e conduttrice spiega: “Sul set mi vergognavo: quando il fotografo mi toccò una gamba cacciai un urlo”. Una lunga intervista nella quale c’è spazio per parlare di adolescenza e difficoltà di accettare la propria fisicità, nel caso di Bonaccorti caratterizzata da forme prorompenti: “Con un seno esuberante, fiorito dai 16 in poi. Le continue battute dei ragazzi mi davano fastidio. Mi sentivo cercata solo per quello, io che per distrarli citavo Ungaretti. Sognavo di essere sottile come Catherine Spaak, immaginavo di uscire dal mare con la maglietta bagnata sul seno minuto e i capelli lisci, invece li avevo ricci. Per nascondermi curvavo le spalle, i compagni mi infilavano le penne in mezzo alla scollatura“. Il seno, che anno dopo ha deciso di ridursi: “Immagini di farsi tutti quegli anni, quando andavano di moda i seni appena accennati, con il mio. Quelle come me non venivano prese sul serio, non sembravano intelligenti. Mi sono informata, due giorni dopo ero ricoverata in una clinichetta di Primavalle. L’intervento doveva durare 2 ore, dopo 5 non era finito. Mi sono svegliata con un braccio come morto e la lingua che usciva solo a sinistra”. Lo rifarebbe? La risposta è diretta: “Sono stata una cretina, era il 1981, le donne cominciavano a rifarselo finto. Ma ero felice di avere un seno più piccolo, mi pareva un miracolo. Avevo passato tre provini al teatro Argentina, sarei stata Costanza, la fidanzata di Mozart. In una scena dovevo denudarmi il busto. Ho pensato al mio senone e mi sono decisa”.