Una frenata decisa: il Defender scivola leggermente e poi si arresta. Siamo sulle Alpi svizzere, il passo del Maloja è stato chiuso per le avverse condizioni meteorologiche e, per rientrare in Italia, stiamo percorrendo la strada verso il passo del Bernina. A terra ci saranno una quindicina di centimetri di neve e del ghiaccio. Incredibile, tre giorni fa, quando siamo arrivati era tutto pulito e ai bordi della strada c’era il verde. La copiosa nevicata, oltre un metro e mezzo in 48 ore, ci ha colti di sorpresa. Poco importa, siamo a bordo di un Defender 90, SE 200 diesel (prezzo di listino poco sopra i 68 mila euro). L’unica attenzione che avevamo avuto è stata quella di effettuare un rifornimento completo di gasolio alpino. La notte il termometro scende pesantemente e c’è il rischio che il carburante ghiacci.
La prova a bordo del piccolo dei Defender ci ha visto partire da Roma, arrivare in Engadina e ritorno. Circa 1900 chilometri tra autostrade, consolari e strade di montagna che abbiamo percorso in ogni tipo di condizione: asciutto in autostrada, pioggia sull’Aurelia, e ora neve e ghiaccio. Ai “piedi” del Defender, quale pneumatico di primo equipaggiamento il Michelin Latitude Tour HP, progettato per suv e 4×4 e in grado di offrire una lunga durata chilometrica del battistrada.
Eravamo un po’ titubanti della resa delle coperture in condizioni così estreme, tanto che con regolarità ci siamo impegnati con delle frenate per verificare l’appoggio e gli spazi di arresto. Tutto bene. Il Defender ha fatto la sua parte, bilanciato, a suo agio in ogni condizione. Con tanto silenzio a bordo, anche alle alte velocità. La sensazione dal posto di guida è quella di avere sempre tutto sotto controllo, ottima visuale circostante e strumentazione chiara e facilmente interpretabile. Nel sorpasso, un colpo all’acceleratore, il cambio ZF a otto rapporti scende una marcia e via. Lasciata alle spalle La Spezia puntiamo verso Parma percorrendo la Cisa. Regolatore di velocità sul tratto in salita, un po’ più di sprint nella seconda parte.
Nonostante l’altezza da terra e l’interasse corto il Defender si dimostra nettamente superiore a molti dei suoi competitor per la tenuta di strada. Arrivati in Valtellina una breve deviazione per visitare le stalle futuristiche dell’azienda agrituristica La Fiorida. Qui tutto è stato creato per la serentà degli animali. Il latte viene raccolto automaticamente, per terra tutto è pulito. Un eccellenza del territorio. Ci arrampichiamo sul Maloja con l’agilità di uno stambecco. A pochi chilometri dall’arrivo verifichiamo il carburante consumato: 10,2 litri per 100 km, in linea con quanto dichiarato dal produttore (9,8x100km).
Sulla via del rientro, a pochi chilometri dalla sella del Bernina il punto peggiore: la nevicata si fa violenta, mentre uno spazzaneve ci passa nel senso contrario vediamo diverse auto bloccate per mettere le catene. Avanziamo decisi verificando regolarmente la tenuta degli pneumatici in questo tratto particolarmente estremo. Al bivio per Livigno la cartellonistica ci indica che anche questo passo è chiuso. Continuiamo a scendere, la neve si trasforma in pioggia e la strada si fa pulita. Tiriamo dritti verso la Capitale, senza problemi.
Un viaggio indimenticabile, insomma, che ci ha permesso di saggiare il Defender in ogni condizione. Con la sua combinazione di prestazioni, design iconico e capacità di muoversi agilmente su ogni terreno, il 4×4 inglese si è dimostrato non solo un compagno affidabile, ma un vero e proprio alleato in questa avventura.