Non demonizziamola perché, se ben utilizzata, l’intelligenza artificiale serve anche alle piccole imprese. Il suo uso, oggigiorno, è sempre più radicato all’interno delle realità aziendali, diventando strumento di aiuto per le attività di un’impresa. E come ha detto Monsignor Spadaro sulle colonne de Il Fatto quotidiano, “la questione vera non è se l’intelligenza artificiale potrà umanizzarsi ma se l’intelligenza umana potrà rimanere umana”.
L’intelligenza artificiale generativa è uno strumento in grado di generare contenuti multimediali sulle base delle indicazioni dell’uomo. In un mondo, quello delle piccole imprese, dove ancora si fa fatica a reperire dati aggregati sulla base di software efficienti, prima di sapere come utilizzare l’IA occorre, però, conoscere come implementarla, che tipo di programmi utilizzare sulla base delle esigenze e quali sono i vantaggi competitivi.
I software di IA generativa sono stati classificati in tre livelli, ognuno dei quali svolge specifiche funzioni ed offre determinati vantaggi.
Il primo livello corrisponde all’implementazione di strumenti già disponibili al pubblico dominio come ChatGPT o Bard di Google. Questi possono essere usati per migliorare i prodotti di comunicazione interna o di supporto alle ricerche di mercato. Un loro uso, certamente, può garantire un vantaggio competitivo alle aziende rispetto a competitors che se ne privano.
I programmi di IA di secondo livello, invece, non sono di pubblico dominio ma sono creati appositamente dalle aziende, a partire da dati ottenuti da servizi offerti usando programmi di primo livello e utilizzando i servizi offerti da società come Anthropic. Questi strumenti possono offrire miglioramenti su diversi aspetti, come la customer experience o una maggiore interazione con i prodotti al fine di una maggiore facilità d’uso. Ad esempio, software di IA di secondo livello possono essere implementati nel settore bancario e finanziario, offrendo consigli finanziari virtuali ai propri clienti sui servizi online partendo da una banca dati offerta dal consulente umano. Manca, però, un elemento per una completezza del servizio, ovvero i feedback dei clienti.
Questi ultimi sono il core dei software del terzo livello. Le opinioni dei clienti, classificate sulla base del prodotto e inserite in un unico ciclo, garantiscono un potente vantaggio competitivo, in quanto le aziende possono produrre soluzioni ai clienti senza interrompere la loro esperienza. Ad esempio, le aziende di videogiochi producono nuovi personaggi ed estensioni anticipando le esigenze dei clienti. Quando non è possibile ottenere un ciclo di feedback naturale, le aziende dovranno richiedere direttamente il feedback al cliente e farlo in una maniera poco invasiva e non artefatta.
L’introduzione dell IA generativa richiede investimenti crescenti in quanto, oltre ad introdurre il software nelle pratiche aziendali, sono necessarie figure specializzate al fine di gestire la mole di dati e al fine di creare un piano di sviluppo in tempistiche più o meno determinate. Questi aspetti cambiano, però, sulla base del livello di software scelto.
Per i programmi di primo livello, infatti, maggiore attenzione ricade sulla gestione e condivisione dei dati interni che potrebbero essere usati con gli strumenti di IA. Questi strumenti presentano il rischio, seppur basso, della pubblica disponibilità anche se il livello di riservatezza di questi programmi è già abbastanza elevato. Per il secondo livello, invece, è fondamentale avere risorse umane che possano perfezionare ed implementare in maniera efficiente i prodotti di IA. Per il terzo, invece, è fondamentale che le aziende sfruttino i dati raccolti dall’esperienza del cliente per riprogettare i prodotti digitali.
A primo impatto, i software di livello 2 e 3 sembrano estremamente sofisticati e la loro realizzazione può essere solamente limitata a grandi aziende. Invece, nonostante la loro alta qualità, sempre più realtà possono creare prodotti anche a costi contenuti sfruttando programmi di open source, come Llama di Meta, inserendo semplicemente i propri dati.
Per capire i possibili vantaggi derivanti da un investimento sull’IA generativa, le aziende devono interrogarsi su due punti. Il primo è legato alla quantità di servizi che l’IA può offrire in relazione a quella prodotta internamente dall’uomo. In realtà, ad esempio, in cui l’assistenza alla vendita è importante, l’utilizzo di questi strumenti può essere un generatore di vantaggio competitivo. Il secondo dubbio riguarda, invece, la quantificazione del vantaggio competitivo sfruttando l’IA. La valutazione avviene a partire dalla peculiarità e non replicabilità dei propri dati, dall’ affidabilità dei feedback che provengono dalla clientela e dal loro costo.
A partire da questi quesiti, le aziende che possono posizionarsi meglio sono certamente quelle che dispongono di cicli di feedback automatici e veloci in quanto una raccolta di opinioni dei clienti molto rapida velocizza i miglioramenti. Per ottenere questi vantaggi, il modello di IA generativa da implementare è quello di livello 3.
Nonostante ciò, l’aspetto fondamentale da considerare è il ruolo che l’IA generativa debba avere all’interno delle pratiche aziendali: è uno strumento fondamentale nella strategia industriale? O è solo un semplice strumento di supporto tecnologico? I piccoli imprenditori devono interrogarsi su questi punti e giocare d’anticipo per non perdere terreno rispetto alla concorrenza.