Calcio

Sporting-Benfica, il derby di Lisbona come 50 anni fa: la diabolica coincidenza con la Rivoluzione dei Garofani

Il derby numero 436 di Lisbona – tutto compreso, anche amichevoli e tornei di mezza estate – arriva al culmine di una settimana in cui il Portogallo ha annunciato il nuovo governo del socialdemocratico Luis Montenegro e venerdì 5, vigilia della gara dell’Alvalade, è stata chiusa la partita dei sottosegretari. Sabato sera (ore 21.30), con lo Sporting in testa con 68 punti e il Benfica secondo a quota 67, si potrebbe decidere il campionato: resteranno, infatti, appena sei gare per abbassare la serranda e i Leoni, tra l’altro, hanno giocato un match in meno. La sfida di questo 6 aprile ha avuto un prologo quattro giorni prima, con la semifinale di ritorno di Coppa di Portogallo: 2-2 dopo il 2-1 dell’andata a favore dello Sporting e Leoni approdati in finale. La squadra di Amorim punta al Doble: campionato e Taça Nacional. Potrebbe farcela, come accadde nel 1974, anno della Rivoluzione dei Garofani che portò la democrazia dopo 48 anni di “salazarismo”.

Una diabolica coincidenza: mezzo secolo dopo, lo scenario del calcio portoghese sembra uguale. Pochi giorni fa, a proposito della tormentata vicenda del Porto, in cui l’attuale presidente Pinto da Costa, 86 anni, in carica dal 1982, si candida per il prossimo mandato, ma deve fare i conti con la concorrenza di André Villas-Boas, è stato detto: “Nel calcio portoghese il salazarismo non è mai morto”. Una stoccata alle ambizioni sfrenate di Pinto da Costa, o una riflessione generale? Sicuramente le affinità “pallonare” con le cronache di 50 anni fa intrigano. Lo Sporting conquistò il titolo con due punti di scarto sul Benfica: 49 contro 47. L’argentino Yazalde dello Sporting, con 46 gol, fu il capocannoniere. Nella finale del 9 giugno, 46 giorni dopo la Rivoluzione pacifica dei Garofani, lo Sporting portò a casa anche la Coppa nazionale, con il 2-1 maturato nei tempi supplementari: decisiva la rete di Marinho al 107’. Nel Benfica, giocava ancora Eusebio, partito quel giorno dalla panchina.

Il bilancio dei 435 derby di Lisbona è a favore delle Aquile: 188 successi, contro i 165 dello Sporting, mentre i pareggi sono 88. Benfica in vantaggio naturalmente anche nei gol: 748 contro 704. La prima sfida risale al 1° dicembre 1907: finì 2-1 per lo Sporting. La rivalità tra i due club fu creata dalla diaspora di otto giocatori del Benfica, che all’epoca si chiamava Sport Lisboa: i fuggitivi si trasferirono allo Sporting alla ricerca di migliori condizioni di lavoro. Lo Sporting ha sempre rappresentato la classe medio-alta di Lisbona, come certifica il libro “Vox Populi, lo stato delle opinioni in Portogallo”, basato su statistiche elaborate nel 2001. Lo studio è datato, ma lo scenario non è cambiato. Lo Sporting gode del sostegno della borghesia e ha il suo nucleo forte di consensi a Lisbona. Il Benfica ha una base più popolare, è preferito dalle donne e ha un seguito a macchia di leopardo nel Portogallo, con l’eccezione dell’area di Porto. Negli anni del salazarismo, il Benfica era però il club di riferimento del regime. Le due Coppe dei Campioni che imposero in Europa le Aquile furono sfruttate dal governo per una classica operazione di propaganda, ancora più marcata dopo il terzo posto della nazionale al mondiale del 1966, in Inghilterra. Quando Eusebio cercò di andare a giocare all’estero – nel 1966 era fatta, la Pantera nera aveva già scelto la casa di Milano dove abitare -, il suo trasferimento fu bloccato da Salazar in persona: “Tu devi restare qui”.

La sfida di questo primo weed end di aprile nasce in un contesto diverso. Lo Sporting produce il calcio più spettacolare del Portogallo. Ha segnato 121 gol in tutte le competizioni – 77 in campionato -, ha una percentuale-vittorie complessiva del 73,33%, nel 2024 ha perso solo nella semifinale di Coppa di Lega (0-1 con il Braga il 23 gennaio) e il ritorno degli ottavi con l’Atalanta in Europa League il 14 marzo. Il 3-4-3 di Amorim è il copione migliore del campionato portoghese e non a caso l’allenatore è tra i favoriti per la panchina del Liverpool per il dopo-Klopp. Lo svedese Gyokeres, con 36 gol in 41 match, è il superbomber: stagione straordinaria per l’ex Coventry City.

Il Benfica del tedesco Roger Schmidt ha un problema nel suo 4-2-3-1: la difficoltà a fare gol. Il capocannoniere è il trentenne Rafa Silva, 19 reti in tutte le competizioni. Il 5-0 incassato il 3 marzo in casa del Porto è stato devastante, anche se sono poi arrivati tre successi di fila in campionato. La squadra scintillante di un anno fa è stata parzialmente demolita, in nome dell’importanza di fare cassa. Un successo nel derby vale davvero la stagione, ma lo Sporting, basta consultare i bookmakers, è favorito.