Dopo la pausa pasquale, si apre una settimana di mobilitazione negli atenei italiani in vista, mercoledì 10 aprile, della scadenza del bando Maeci (ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) per l’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele che gli studenti chiedono agli atenei di non sottoscrivere. Sono sul piede di guerra già da settimane e per martedì 9 alle ore 15 hanno previsto un presidio davanti alla Farnesina e uno sciopero universitario che punta a coinvolgere professori, ricercatori e personale di almeno una ventina di atenei.
“Troviamo necessario scioperare il 9 aprile – spiega all’Ansa Massimo, studente de La Sapienza di Roma aderente al collettivo Cambiare Rotta – mettendo in campo una mobilitazione forte e determinata, per opporci alla provocazione di un nuovo bando di cooperazione con il governo sionista di Israele, per opporci agli accordi tra Università, guerra ed istituzioni israeliane. Il 9 aprile scioperiamo determinati perchè studenti, docenti e lavoratori non ci stanno più ad essere complici di guerra e genocidio. Perché l’apertura del bando Maeci è un oltraggio rispetto alle mobilitazioni che hanno travolto il nostro paese chiedendo il boicottaggio accademico, con questo bando il nostro governo e le le nostre università si confermano complici del genocidio del popolo palestinese e asserviti ad Israele e alla guerra”.
Allo sciopero del 9 aderisce anche il sindacato Usb: la protesta partirà dalle ore 12:00 a fine turno per il personale tecnico amministrativo, bibliotecario e per il personale docente delle Università, mentre sarà per l’intera giornata per il personale delle Università di Roma. Sempre il 9 aprile è prevista una seduta straordinaria del Senato accademico all’Università di Bari proprio per discutere del contestato bando Maeci. Un altro appuntamento è fissato per il 16 aprile quando tornerà a riunirsi il Senato Accademico de La Sapienza. Anche in quella occasione gli studenti dei collettivi punteranno a far sentire la loro voce. Nelle scorse settimane l’Università di Torino ha rifiutato di partecipare al bando di cooperazione scientifica, tecnologica e industriale con Israele e il rettore dell’Università di Bari si è dimesso dalla Fondazione Med-Or, la costola di Leonardo (ex Finmeccanica) guidata dall’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, con la quale la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha firmato un protocollo d’intesa proprio alla vigilia delle proteste e mentre gli universitari chiedono a gran voce le dimissioni dei tanti rettori che fanno parte del comitato tecnico-scientifico di Med-Or.
Fuori dal bando si chiama anche la Normale di Pisa e in molti atenei è partita la mobilitazione: i rettorati sono stati occupati a La Sapienza e all’Università di Bologna e mobilitazioni vi sono state negli atenei di Trieste, Napoli, Padova, Milano, Torino, Venezia. Secondo gli studenti di Cambiare Rotta anche alla Bicocca, ateneo milanese che esprime la presidente della Conferenza dei rettori, Giovanna Iannantuoni, nessun dipartimento ha presentato domanda per il bando Maeci 2024 “e sono tantissimi i docenti e i ricercatori che insieme agli studenti vorrebbero altro per il loro ateneo”. Mentre gli studenti a Bologna hanno ottenuto un incontro pubblico con il rettore Giovanni Molari per il 24 aprile.