Dall’erba del Queen’s alla terra rossa di Marrakech. Dopo quasi due anni di amarezze, paure e infortuni, Matteo Berrettini torna a vincere un titolo Atp, nel 250 giocato in Marocco, superando in finale lo spagnolo Roberto Carballes Baena con il punteggio di 7-5 6-2. Un successo liberatorio, arrivato a sole tre settimane dal ritorno in campo dopo il lungo infortunio patito agli ultimi Us Open. Per Berrettini si tratta dell’ottavo trionfo in carriera. Duecentocinquanta punti che consentono al romano di compiere un grande balzo in classifica. Dal numero 135 del mondo al numero 84: 51 posizioni scalate in una sola settimana.
Alexander Shevchenko, Jaume Munar, Lorenzo Sonego, Mariano Navone, Roberto Carballes Baena. È questo il filotto dei rivali superati da Matteo Berrettini per trovare quella che è – emotivamente parlando – la vittoria forse più importante della carriera. Avversari non certo di primissimo livello, ma comunque ostici e di grande esperienza. Una serie di vittorie che hanno spinto l’azzurro nuovamente in top 100, confermando le sensazioni positive che si erano già viste a Phoenix. Ma se l’appuntamento negli Stati Uniti era “solo” un Challenger, quello di Marrakech è già un torneo serio. Un 250 che fa da apripista a tutti i grandi tornei sulla terra rossa.
Il rientro si sta rivelando sempre più sorprendente. Nessuno infatti era pronto a una finale e a un titolo nei primi tre tornei disputati dopo sette mesi di stop. Un andamento che ha messo in mostra tutta la voglia di Berrettini di riprendersi quello che la sfortuna gli ha tolto negli ultimi due anni. Partita dopo partita, la qualità sta crescendo, così come la fiducia, la tenuta mentale e la continuità di rendimento. L’integrità fisica è stata ristabilita pienamente. E ad attestarlo ora non è più soltanto il duro cemento statunitense ma anche la terra rossa. La superficie delle grandi battaglie e degli scambi lunghi e dell’usura fisica.
Il prossimo passo è dimostrare di aver ritrovato la strada giusta anche con avversari di altra caratura, in tornei più impegnativi. Il Masters 1000 di Montecarlo è l’occasione giusta. Qui Berrettini ha beneficiato di una wild card ed esordirà contro Miomir Kecmanovic. Il serbo non sta attraversando un grande periodo di forma, ma nell’ultimo Australian Open si è spinto fino agli ottavi di finale. Si preannuncia quindi un test duro e insidioso che potrà dare altre indicazioni sul livello attuale dell’azzurro. Un torneo, quello del Principato, che rappresenta anche una prima grande occasione per raccogliere punti pesanti, nell’ottica di una scalata al ranking sempre più decisa settimana dopo settimana.
La partita – Falloso e un po’ contratto l’inizio di Berrettini, chiamato subito ad annullare una palla break grazie a un ottimo servizio. Le difficoltà proseguono, con il passante di Carballes che trova riga e un’altra occasione di allungo. E questa volta il diritto del romano finisce in rete. La reazione però arriva immediata, quasi improvvisa. Berrettini si costruisce due palle-break, ma basta la prima. Il rovescio dello spagnolo rimane sul nastro. L’equilibrio si spezza quando Carballes mette lungo il recupero su una bellissima palla corta di Berrettini. Un break che anticipa il diritto vincente con cui l’azzurro chiude il primo set, dopo aver salvato tre palle del contro-break.
L’esito sfavorevole scuote lo spagnolo, che ha subito tre chance per rompere l’equilibrio nel secondo set. L’azzurro stringe i denti, annulla ancora una volta tutte le palle-break e assesta un colpo psicologico pesante a Carballes che ha immediate conseguenze. Nel successivo turno di servizio dell’avversario il diritto dello spagnolo viene deviato dal nastro, finisce largo e Berrettini allunga. L’inerzia a questo punto è segnata, il doppio-break dell’azzurro quasi inevitabile arriva con un altro errore di diritto di Carballes. Un momento che anticipa le mani tra i capelli e la commozione per una vittoria ufficializzata dal marchio della casa: un ace.