“Se diventa una moda, certo che è sbagliata la sfiducia”. Così Marco Travaglio ad ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico in onda sabato sera su Nove condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Andrea Scanzi. “Su Salvini io non ho ben capito perché fosse stata presentata, per la vicinanza con la Russia? Perché era putiniano? Ma non ne faceva mistero. – ha detto il giornalista – Ha messo nero su bianco un accordo, l’altro giorno l’ha disdettato così, a voce, come se gli accordi scritti potessero andare in prescrizione così, con la forza del pensiero. Ma voglio dire, sono libere scelte politiche, che possono essere censurate o meno. Ma io, se se ci fosse un politico che si schiera con Kim Jong-Un, cosa vuoi fargli? Sarà libero di fare quello che vuole. L’importante è che siano chiari e che non abbiano politiche estere dipendenti da quelle scelte. – ha aggiunto – Ma quando votano, poi votano tutti compatti, quindi mi pare che la politica estera la decida la Meloni, o meglio la decidano la Nato e gli Stati Uniti, mentre quella sulla Santanchè è un caso classico sul quale un’opposizione non può non chiedere le dimissioni. La Santanché ha chiesto le dimissioni di 18 ministri in passato, per molto, meno di quello che si presume abbia fatto lei. E quindi, voglio dire, quello ci sta. Poi è chiaro che le richieste di dimissioni o di sfiducia, se le fa soltanto la minoranza, non passano perché la minoranza, per sua definizione è minoranza, quindi non ha i voti. Però qualcosa devi pur fare. È un’occasione per informare la gente che non legge i giornali delle cose che si sono scoperte. Sulla Santanchè quindi non io non vedo un eccesso di opposizione. Vedo semmai una moda, quella di dire: ‘deve dimettersi Tizio, Caio e Sempronio’. In questo momento, secondo me, quella che si deve dimettere è la Santanchè, appunto. Dopo che se n’è andato Sgarbi che ne aveva già combinate di ogni e che non poteva rimanere lì, bisogna concentrarsi sulle cose importanti. E quelle della Santanchè sono importanti”, ha concluso Travaglio.