di Michele Sanfilippo
Conte traditore, affossatore del Campo Largo, ondivago e opportunista.
La quasi totalità dei mezzi d’informazione ci racconta così la decisione del leader dei M5S di prendere le distanze dalle scelte che il Pd sta facendo in merito ai candidati al ruolo di sindaco a Bari. Eppure nelle ultime settimane, in Puglia, se ne sono sentite delle belle, soprattutto da parte di Michele Emiliano (il governatore) che nel tentativo di aiutare Antonio Decaro (sindaco uscente) l’ha messo in una situazione a dir poco imbarazzante, sostenendo e poi smentendo di averlo accompagnato dalla sorella di un boss di Bari vecchia in cerca di protezione.
Le indagini sull’assessora Maurodinoia e suo marito sul voto di scambio hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco. Vedremo come finirà anche questa vicenda.
Eppure, non si può dimenticare che la crescita del M5S, avvenuta tra il 2013 e il 2020, sia stata determinata dalle posizioni improponibili che il Pd ha tenuto sui temi ambientali, dalla difesa delle persone meno abbienti ma, soprattutto, dall’aver sposato la spregevole commistione tra politica e affari che ha fatto perdere al Pd milioni di voti e centinaia di migliaia d’iscritti. Proprio per provare a recuperare consenso è stata eletta Elly Schlein. E capisco che non si possa perdere per strada due pezzi grossi come Decaro ed Emiliano in un colpo solo, ma Schlein avrebbe dovuto approfittare di questa situazione per dare almeno qualche piccolo segnale di voler davvero operare quel cambiamento che molti si attendono.
Qui non si tratta di sudditanza rispetto al M5S ma di recuperare, nel suo partito, una visione alta della politica.
Quindi, anche se lo chiamano opportunista e ondivago, fa bene Conte a non cadere nella trappola di un accordo organico con il Pd attuale che, nonostante Schlein – che mi sembra una persona affidabile e ben intenzionata – è ancora ancorato a quella visione della politica strettamente legata al mondo degli affari che ha trovato il suo apice nel periodo renziano (i cui eredi sono ancora ben presenti nel partito: Guerini, Bonaccini, Decaro etc.). Per adesso, finché il Pd è quello che è, non è possibile alcuna alleanza strategica ma, laddove ci sia comunanza di idee su temi che possono giovare davvero al paese, allora sono possibili accordi. Se poi il Pd diverrà il partito che Schlein auspica, si vedrà.
Io continuo a pensare che se Schlein avesse il coraggio di perdere per strada la metà dei suoi dirigenti di partito, guadagnerebbe milioni di voti. Eppure lei sembra pensare che sia Conte la persona da cui deve guardarsi le spalle, mentre coloro che stanno affilando i coltelli per piantarli nella sua schiena sono proprio quelli che si dichiarano i suoi amici dalle pagine dei grandi giornali e dagli scranni del parlamento, mettendola in guardia da pericolosi voltagabbana come Conte.