Sono stati incriminati per omicidio i quattro giovani – tra cui tre minorenni – accusati di aver massacrato di botte, fino a ucciderlo, il quindicenne Shemseddine. Lo fa sapere, in un comunicato, l’ufficio del procuratore di Ervy.
L’omicidio è accaduto giovedì scorso, 4 aprile, davanti alla scuola di Viry-Châtillon, nella regione francese dell’Ile-de-France. La vittima, che frequentava l’istituto Les Sablons, stava rientrando a casa dopo la lezione di musica quando è stata accerchiata da un gruppo di suoi coetanei che, con il volto coperto da passamontagna, l’hanno picchiata. Il quindicenne era andato in arresto cardiaco e portato d’urgenza all’ospedale di Necker, a Parigi, dove è deceduto poco dopo a causa delle lesioni riportate.
Il motivo del pestaggio sarebbe dovuto al fatto che, secondo gli aggressori, la sorella di uno di loro parlava di “argomenti relativi alla sessualità” con Shemseddine, il quale avrebbe potuto “rovinare la sua reputazione“. Il divieto, non rispettato, imposto dagli aggressori alla vittima di non parlare più con la ragazza ha scatenato l’ira del branco. Lo hanno atteso fuori dalla scuola chiedendogli “spiegazioni“. Poi “il tono della discussione è salito, si è passati alle vie di fatto e le percosse hanno portato alla caduta della vittima“, dice il procuratore di Ervy Grégoire Dulin. L’aggressore ventenne, viste le condizioni di Shemseddine, che “non si reggeva più in piedi”, avrebbe chiamato i soccorsi “per assicurarsi la fuga“, ma dando “false indicazioni alla polizia“. Due degli imputati, un ventenne e un minore – continua il procuratore – sono stati incarcerati, mentre altri due minori sono in custodia cautelare in vista del contraddittorio di mercoledì prossimo.
Anche una quinta persona, una ragazza quindicenne, sorella di due dei fermati (e non presente all’aggressione) sarebbe coinvolta e ancora a piede libero. La ragazza è sospettata di essere stata a conoscenza del progetto degli aggressori. L’avvocato di uno dei quattro ragazzi fermati ha riferito a Bfm Tv come siano stati chiaramente dei “colpi mortali, violenza volontaria che ha provocato la morte pur non intenzionalmente”.