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Ghali in pellegrinaggio alla Mecca per il Ramadan: “La traduzione letterale di ‘Islam’ è ‘pace’. Smettetela di farmi sentire sbagliato a essere musulmano”

Il rapper italo tunisino si è da sempre speso per provare a spiegare alcune componenti dell’Islam, allontanando l’errato stereotipo che collega la religione con il terrorismo

di Andrea Bressan

Ghali è andato alla Mecca per il Ramadan. Il mese del digiuno, in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto, terminerà nella giornata di domani, 9 aprile. Come ogni anno milioni di musulmani affrontano il pellegrinaggio attorno alla Kaaba, il luogo più sacro del mondo islamico, situato ‘nella pancia’ della moschea di riferimento durante le preghiere. Tra le centinaia di migliaia di persone c’è anche lui: Ghali. Il rapper italo tunisino si è da sempre speso per provare a spiegare alcune componenti dell’Islam, allontanando l’errato stereotipo che collegherebbe la religione con il terrorismo. Nulla di più sbagliato. “Non c’è capitolo del Corano in cui c’è scritto di uccidere. Chi uccide e chi si vendica non è musulmano. La traduzione letterale di ‘Islam’ è ‘pace’. Smettetela di farmi sentire sbagliato a essere musulmano, non potrò cancellarlo da me ed è giusto che ognuno di noi decida per sé senza imporlo a nessuno. Non facciamoci influenzare da chi vuole farci passare per mostri perché siamo solo gli ennesimi a cui vogliono cancellare la storia”.

Il lungo cammino, condiviso dallo stesso Ghali sul proprio profilo Instagram, ha molto spesso costi elevati. Poco importa ai fedeli di tutto il mondo che, pur di effettuare ‘l’uno dei cinque pilastri dell’Islam’, sono disposti a pagare migliaia di euro. Lo scatto pubblicato dal quarto classificato dell’ultima edizione del Festival di Sanremo ha avuto moltissime interazioni. Sono più di 400 mila i like alla foto che ritrae il rapper con addosso un tradizionale asciugamano bianco (senza cuciture). Il significato? Rendere tutti i fedeli in pellegrinaggio uguali dinanzi a Dio.

All’inizio del Ramadan, Ghali aveva postato sui social un pensiero riguardante ‘il mese islamico’, spiegando sia per lui “il momento giusto che ho per vivere la gratitudine che ho per Dio, per tutta la gente che in questo Paese ha dimostrato di saper stare dalla parte giusta e grazie alla quale non mi sono sentito solo”. Il cantante si è mostrato sempre molto attento alle dinamiche che riguardano il mondo arabo nella sua totalità. Ha suscitato reazioni discordanti il tentativo dell’artista di dire la propria sul conflitto tra Israele e Palestina (“Stop al genocidio”, ha dichiarato a Sanremo).

“Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina. Avete più soldi ora? Avete più like e follower? Avete più richieste di collaborazioni? Siete più cool e alla moda? Siete più liberi ora? Non credo, vi vedo fermi come prima, ma con le maschere cadute”, aveva scritto Ghali in una nota pubblicata su Instagram.

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