Sì, il fatto che si verifichi è un caso fortuito. La Luna da quando si è formata, circa 4,5 miliardi di anni fa, si è allontanata dalla Terra di circa 4 centimetri l’anno, posizionandosi a una distanza dalla Terra tale da fare apparire il Sole della stessa dimensione della Luna. In realtà, il Sole è 400 volte più grande della Luna, ma è anche 400 volte più lontano dalla Terra.

No, non è un evento raro. Anzi. Occorre che Sole, Luna e Terra siano allineati secondo una linea retta o quasi. Il che accade una volta al mese, con la Luna nuova. La domanda sorge spontanea: allora perché non c’è un’eclissi di Sole una volta al mese? Presto spiegato. Il piano dell’orbita della Luna intorno alla Terra è inclinato di circa 5 gradi rispetto al piano dell’orbita della Terra intorno al Sole, ovvero l’eclittica. I punti dove l’orbita lunare incontra l’eclittica sono denominati “nodi lunari”.

L’allineamento perfetto, o quasi perfetto, di Sole, Luna e Terra può realizzarsi solo quando la Luna è nelle vicinanze di un nodo lunare. Il che accade ogni sei mesi, giorno più, giorno meno, per una durata media di 34,5 giorni circa. Solo in questo intervallo temporale, noto come stagione delle eclissi, può avvenire un’eclissi di Sole. A titolo di informazione: se durante la stagione delle eclissi si verifica una Luna piena allora si avrà una eclissi di Luna. Tutto chiaro, spero.

Opportuno spiegare la differenza fra eclissi totale, parziale e anulare. C’è anche quella ibrida. Procediamo con ordine:

Eclissi solare totale: la Luna proietta la sua “umbra” (non ci sono errori di battitura, si chiama proprio così) sulla superficie terrestre, dando l’impressione di ‘cancellare’ completamente il disco solare.
Eclissi solare parziale: si verifica quando solo la “penumbra” (ombra parziale) viene proiettata sulla Terra. In questi casi, una parte del Sole rimane sempre in vista durante l’eclissi. Questa porzione ‘scoperta’ varia in funzione del luogo di osservazione.
Eclissi solare anulare: simile alle eclissi totali, ma si verifica con la Luna nuova in apogeo (punto orbitale più distante dalla Terra). La luna passa davanti al Sole ma, data la distanza, è troppo piccola per oscurarlo completamente. Durante tale eclissi, la “antumbra”, continuazione teorica dell’umbra, raggiunge il suolo e chi sia situato al suo interno vedrà il Sole trasformarsi in un “anello di fuoco”. Si tratta di un tipo di eclissi parziale.
Eclissi solare ibrida: anche chiamata eclissi anulare-totale (“AT”), è un evento estremamente raro in cui l’eclissi si trasforma da anulare a totale, per poi tornare nuovamente anulare.

Di tutte le eclissi solari, circa il 28 per cento sono totali, il 35 per cento parziali, il 32 per cento anulari e solo il 5 per cento sono ibride.

Sempre a titolo di informazione, le prossime eclissi, dopo quella dell’8 aprile 2024 (totale), si verificheranno il 2 ottobre 2024 (anulare), il 29 marzo 2025 (parziale), il 21 settembre 2025 (parziale) e il 17 febbraio 2026 (anulare). Nessuna di queste sarà visibile dall’Italia. Occorre aspettare il 2 agosto 2027 ed essere a Lampedusa, c’è ancora abbastanza tempo per prenotare aereo o traghetto, per ritrovarsi nella “umbra” e assistere all’eclissi totale di Sole. Altrimenti ci si trova nella “penumbra”.

Ciò che rende l’eclissi del’8 aprile particolare è il grande numero di umani che si godranno lo spettacolo. Il cono d’ombra viaggia dal Messico al Canada, attraversando gli Stati Uniti. Si stima che il 99 per cento degli americani potrà vederla, totale o parziale. Saranno milioni quelli che si sposteranno per poterla vedere. Grande interesse di pubblico quindi, il che spiega la quantità di sciocchezze che sono fiorite intorno all’evento. Si va dalle teorie complottiste che legano l’eclissi all’apertura di un portale dimensionale da parte del Cern di Ginevra, ai rituali magico-sessuali associati all’allineamento Sole-Luna, Maschio-femmina, Yin-Yang o trovate voi la coppia. Secondo alcuni, la Nasa lancerà tre razzi l’8 aprile come parte di questo non ben chiaro “rituale magico-sessuale”. Certo che la Nasa lancerà tre razzi, ma servono per studiare gli effetti dell’eclissi sugli strati dell’alta atmosfera.

C’è chi afferma che l’eclissi causerà dai 3 ai 5 giorni di buio su tutto il pianeta. Peccato che il buio durerà al massimo poco più di 4 minuti e solo per chi si trova nella umbra.

Ovviamente sono state trovare referenze bibliche. L’eclissi, dicono gli esperti di disinformazione, interesserà sette città che hanno per nome Nineveh. Peccato che non sia vero. L’eclissi totale si potrà vedere solo da due Nineveh, le altre cinque la vedranno solo parziale. Nineveh era una grande città assira, di cui parlano i profeti. In particolare Giona (4-10:11) che racconta “Allora il Signore disse: “…Non dovrei avere compassione di Ninive, la grande città in cui ci sono più di 120.000 persone che non conoscono la differenza tra la loro mano destra e quella sinistra…”. Infatti Niniveh e l’Assiria vennero distrutte nel 612 a.C dai Medei, in accordo con la predizione di Nahum di Eikosh.

Ancora più interessante l’affermazione che l’8 aprile Sole e Luna non saranno allineati con la Terra e che quindi non ci sarà nessuna eclissi. Non vedo l’ora che venga il 9 aprile per sentire come giustificheranno l’evidenza opposta.

Si consiglia di non perdere tempo con questi soggetti dediti all’uso intensivo e continuativo di sostanze più o meno psicotrope.

Interessante invece notare come l’eclissi permette di riuscire a vedere ciò che non si può vedere in condizioni ordinarie, come la corona e i brillamenti solari. Vero che gli astronomi terrestri possono creare “eclissi” su richiesta avvalendosi di uno strumento chiamato coronografo. Possono così studiare l’atmosfera esterna del Sole, ancora tutta da scoprire: non si sa perché questa regione sia così calda rispetto alla superficie del Sole, perché abbia campi magnetici così forti e intricati o perché sia in grado di lanciare l’infinito flusso di particelle cariche noto come vento solare. Però le eclissi “vere” fanno anche vedere stelle che altrimenti sono coperte dalla luce del Sole.

L’esperimento venne svolto il 29 maggio 1919 durante un’eclissi solare e stravolse la fisica facendo diventare famoso per sempre uno scienziato come tanti altri. Arthur Eddington, astrofisico, direttore dell’Osservatorio di Cambridge, è tra i pochi a conoscere in dettaglio la teoria della Relatività Generale. L’ha studiata a fondo, grazie all’amico e collega olandese Willem De Sitter che, nonostante la guerra in corso, gli ha permesso di entrare in possesso del capolavoro scientifico di Albert Einstein. Eddington capisce la portata rivoluzionaria del lavoro di Einstein e decide di organizzare due spedizioni per il 29 maggio 1919: a Sobral, nella giungla amazzonica brasiliana e nell’isola di Principe, a largo delle coste occidentali africane, nel golfo di Guinea. L’occasione è irripetibile. L’eclissi totale di Sole permette, infatti, di osservare alcune stelle la cui luce passa radente al Sole, prima di arrivare sulla Terra. Alcune nuvole disturbano l’osservazione. Eddington riesce a scattare solo alcune foto, di qualità non eccelsa.

Passano alcuni mesi di analisi delle immagini. Il 6 novembre 1919 Eddington annuncia al mondo, nella sede della Royal Society di Londra, che Einstein ha ragione. Il confronto con la posizione delle stelle in un altro momento dell’anno, quando il Sole non si trova tra l’osservatore e le stelle stesse consente di misurare una differenza piccolissima, pari a un millesimo del disco solare, dovuta alla curvatura della luce delle stelle per effetto del Sole. Lo spostamento corrisponde esattamente alle previsioni di Einstein. Il risultato è rivoluzionario. Lo spazio e il tempo sono una cosa sola e come un gigantesco tappeto elastico si curvano per la presenza di masse, imponendo alla luce delle traiettorie non rettilinee. L’universo si comporta esattamente come Einstein lo ha descritto nelle sue formule. Nulla è come prima. Il tutto grazie a un’eclissi. Una delle tante, ma sempre affascinanti.

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