Ladyike e me ne vanto. In libreria con la propria biografia “La vita rivoluzionaria di una donna comune” (Baldini+Castoldi), l’eurodeputata e avvocata PD, Alessandra Moretti, è tornata a raccontare l’origine di quella (auto)definizione e l’orgoglio che prova nel riproporla. “Non mi inventai nulla (definendosi Ladylike ndr) è un concetto anglosassone: si tratta della capacità di una donna che ricopre un ruolo visibile o di potere di non rinunciare alla propria femminilità”, ha spiegato Moretti in un’intervista al Corriere, ricordando che lo stesso concetto è stato usato da Alexandria Ocasio-Cortez e Hillary Clinton. La 50enne Moretti ha evocato proprio il momento in cui la “convinsero ad indossare abiti da ferrotranviere” per concorrere alla presidenza della Regione Veneto: “Andai a schiantarmi. Giravo con tailleur grigi sformati e camicie over, forse per far dimenticare quella battuta su ladylike un anno prima”. Insomma, se il fascino fisico c’è, inutile nasconderlo. “Fin da piccola le persone mi facevano i complimenti per gli occhi: ricordo che mi specchiavo cercando di capire cos’avessero di così speciale”. E ancora: “L’aspetto fisico mi ha dato sicurezza però mi ha anche penalizzata. Il binomio bella e scema è un’arma spesso puntata contro”. Poi spazio a Renzi e Giletti. Il primo un narciso (“non amo quell’approccio che trasuda superiorità di genere”) con la sindrome del lampeggiante (“quando entri a Palazzo Chigi poi vuoi tornarci”). Il secondo un corteggiatore inesausto (“è l’uomo che mi ha corteggiato in modo più insistente: all’inizio non mi piaceva”; “durante una vacanza a Pantelleria con gli amici mi faceva recapitare fiori ogni giorno”). Se le dicono che ha le palle?, chiede infine l’intervistatrice. “Trovo che sia un’espressione parecchio triviale e che faccio notare che non mi pare proprio di essere un uomo”.