A Bogotá parte il razionamento dell’acqua. Da questo giovedì, 11 aprile, come annunciato dal sindaco Carlos Fernando Galán in una conferenza stampa, la capitale colombiana e la sua area metropolitana saranno divise in nove zone che si alterneranno con interruzioni totali del servizio nell’arco delle 24 ore, per un periodo di tempo indefinito. Secondo quanto riferito dal primo cittadino, i bacini idrici che riforniscono Bogotà sono al livello minimo, anche per effetto di El Niño, fenomeno oceanico che causa un notevole riscaldamento delle acque superficiali a sud del Pacifico con importanti ripercussioni metereologiche. Le istituzioni che forniscono servizi socio-sanitari, come scuole, ospedali e case di cura, avranno serbatoi d’acqua che il Distretto metterà a disposizione per garantire il servizio.

Galán ha chiesto agli abitanti della capitale colombiana – una metropoli con circa 10 milioni di abitanti – e dei comuni circostanti di adottare misure per ridurre i consumi. Nonostante sia iniziata la stagione delle piogge, ci vorranno infatti mesi per raggiungere di nuovo i livelli di sicurezza. Di fronte a questa situazione, il sindaco ha anche chiesto ai residenti di fare la doccia in meno di cinque minuti e utilizzare la lavatrice solo a pieno carico.

Come spiegato su El Paìs, ogni 15 giorni, l’Ufficio del Sindaco valuterà i livelli di precipitazioni e di risparmio per decidere se le misure saranno mantenute, allentate o inasprite. L’obiettivo è aumentare i livelli di stoccaggio del Sistema Chingaza, un bacino idrico che fornisce il 70% dell’acqua della città ed è in condizioni critiche a causa della siccità e delle temperatura elevate. A gennaio scorso Bogotà ha dovuto affrontare una grave emergenza ambientale a causa dei numerosi incendi provocati da El Niño. Già a inizio anno erano 66 le città con problemi di approvvigionamento idrico. Il comune a gennaio ha avviato campagne di sensibilizzazione sul consumo, ma a marzo la situazione è peggiorata perché non ha piovuto come previsto. L’intenzione dei tagli, come spiegato ancora sul quotidiano spagnolo, è quella di ridurre la domanda idrica dell’11% per concludere il 2024 con i livelli di acqua al 75% nel sistema Chingaza.

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