Giustizia & Impunità

“Diffamazione del Papa”, blogger e avvocato sotto processo ma nessuna notifica: “L’ho saputo dai media”

Diffamazione. È questa l’accusa con la quale il Tribunale Vaticano ha aperto un procedimento nei confronti di Marco Felipe Perfetti, blogger animatore del sito Silere non possum, testata con sede in Italia, diventata negli ultimi anni punto di riferimento per chi vuol sapere segreti e affari della Santa Sede. Perfetti, giovane legale romano con molti agganci sotto il Cupolone, non ha ricevuto ad oggi alcuna notifica nonostante l’udienza a suo carico sia stata fissata per venerdì 12 aprile.

“Ho appreso la notizia solo da Open. Né presso la redazione, né al mio domicilio è arrivata alcuna busta dal Vaticano. Sono del tutto stupito anche perché, dal momento che la nostra sede non è nel loro Stato, andrebbe fatta una rogatoria” spiega al FattoQuotidiano.it. Eppure a confermare il tutto all’Ansa è stato lo stesso promotore di giustizia Vaticano, Alessandro Diddi, che ha parlato di reato di “diffamazione” che nel codice penale della Giustizia del Governo che ha a capo il Papa, è unico, cioè non si declina con la diffamazione a mezzo stampa come in quello italiano. A diffondere la notizia in queste ore è anche una mail anonima che ha pubblicato lo screenshot del numero di protocollo del procedimento penale scrivendo che “il blog e il responsabile Felipe Perfetti sono accusati di aver fornito notizie “coperte da segreto pontificio” e “di aver leso l’onore del Pontefice”.

Tutto sarebbe legato a diversi articoli, pubblicati negli ultimi giorni sulle vicende interne al Vicariato, oggetto di una profonda riforma da parte di Papa Francesco che proprio sabato scorso ha congedato l’ormai ex cardinale vicario, Angelo De Donatis, destinandolo alla carica di Penitenziere maggiore e l’arcivescovo Daniele Libanori, finora vescovo ausiliare di Roma, per il quale ha definito un incarico che è un vero unicum, la carica di “assessore del Santo Padre per la Vita Consacrata”. Nulla di più infondato a detta di Perfetti che al nostro giornale spiega: “La tutela della libertà di stampa in Vaticano non c’è; non c’è la possibilità di dire qualcosa fuori dai toni e noi, invece lo facciamo con tanto di documentazione. È chiaro che stiamo dando fastidio a qualcuno che vorrebbe che non esistessimo”.

Silere non possum non ha avuto parole blande nemmeno nei confronti di Bergoglio accusato di essere un “despota” ma Perfetti non crede che dietro questo procedimento ci possa essere il Pontefice: “Ci darebbero troppa importanza”. Piuttosto il fondatore del sito si interroga sulle questioni di giurisprudenza: “Chi sarà il giudice? E chi il promotore di giustizia nei nostri confronti? Potrebbero essere persone che hanno un palese conflitto di interessi con noi”. Come spesso accade nelle vicende vaticane si apre un caso: Perfetti in queste settimane è stato più volte nei palazzi di