“Ho iniziato a fare rap perché volevo amici”, ha dichiarato Fedez nel corso della sua attesissima intervista concessa a Belve. Tra i botta e risposta su Chiara Ferragni, il pandoro-gate e l’affaire Luis Sal, c’è anche spazio per la musica rap. L’artista, ospite nel temuto studio di Francesca Fagnani, ha parlato del tanto ‘venerato’ ed ostentato concetto di ‘strada’: “Vengo da un luogo in cui esiste l’omologazione di periferia, ci sono canoni da rispettare. Non tutte le persone che vengono dalla strada sono fatte per la strada: c’è chi è preda e chi è predatore, io ero la preda. Impari a farti rispettare ma ti picchiano lo stesso. Ne ho prese abbastanza”, ha raccontato Fedez.
Scardinato il falso mito del ‘se non vieni dalla strada non puoi fare musica rap’, il cantante ha spiegato come si è appassionato al genere: “Se voi pensate oggi alla musica rap, è anche un modello d’ispirazione di realizzazione economica. Ha un po’ sostituito il sogno del calciatore. Ricordo nitidamente che ho iniziato a far rap perché ero un ragazzo molto introverso e solitario. Ho iniziato a fare rap perché volevo amici”, ha detto l’ancora marito di Chiara Ferragni. Tuttavia, il rap pare essere solamente un lontano ricordo per Fedez.
L’accusa che, musicalmente parlando, gli viene mossa? Di ‘aver tradito il genere’. Soprattutto nel mondo del rap-hip hop, in alcuni casi, viene mal digerito dai colleghi chi comincia a fare un altro tipo di musica. Sono sempre più frequenti i casi di artisti che, dopo aver passato anni abituando il proprio pubblico ad un certo tipo di canzoni, passano ad uno stile considerato, nel senso dispregiativo del termine, ‘commerciale’. Questo, a detta di moltissimi, è (anche) il caso di Fedez. Oltre ai dissing con altri rapper – tema che successivamente tratteremo -, una delle scelte che più viene contestata a Fedez è quella di essere stato giudice ad un talent show. “Quando mi hanno proposto di fare X Factor, nessun rapper era disposto a fare tv: ‘mi danno un sacco di soldi, perché dovrei dire no?’”, ha chiarito l’imprenditore che, nonostante le critiche, non sembrerebbe rimpiangere la scelta fatta anni fa.
E ancora: “La testa ti gira per forza, succede a tutti avere un po’ di delirio di onnipotenza. La mia fortuna è che non ho una gran considerazione di me stesso: non mi davo il valore che avevo sul mercato, questione di insicurezza. Ora succede un po’ meno – ha aggiunto -. All’epoca, i contrasti con i ‘colleghi’ mi davano dispiacere. Chi mi attaccava era magari chi mi aveva offerto contratti che non ho firmato. Cosimo (Guè, ndr) dice che mi ha lanciato, ma io ero già famoso…“, ha continuato il rapper.
Gli appassionati al genere, e non solo, si ricorderanno i dissing con Guè, Marracash e Fabri Fibra contro Fedez, e viceversa. In che modo sono nate le frizioni tra Fedez ed i tre ex amici? Tutto è partito dallo stesso rapper di Rozzano che, nella canzone “Veleno per topic”, aveva definito la manager (in stretti rapporti professionali, tra gli altri, con Marracash e Fabri Fibra) Paola Zukar una “sanguizukar”. Dalla strofa, si è passati all’escalation che ha portato alla rotta di collisione tra Fedez ed il terzetto dei ‘veterani del rap italiano’.
“Sulla carriera tua metto una lapide, grossa come una fo****a piramide”, ha risposto Marracash, in difesa della Zukar, nel brano “A volte esagero”. Perché il dissing, nel bene e nel male, è questo: un ‘dai e vai’ di frecciatine e prese di posizioni. Ad entrare a gamba tesa nella questione ci ha anche pensato Fibra, lanciando l’hashtag #f**kfedez all’interno de “Il rap nel mio paese”.
La diatriba è poi proseguita con la dichiarazione di Marracash che, intervistato da Il Messaggero, non le aveva mandate a dire al collega rapper: “Ho fatto una collaborazione con Fedez ed è stato il mio più grande errore”.