Guadagnare più soldi possibili, per alcuni è una missione, ma farlo maltrattando gli animali è una cosa meschina. Per attirare più spettatori possibili in Cambogia, nel sito di Angkor (patrimonio dell’Unesco), ci sono persone che filmano piccole scimmie mentre vengono maltrattate. In un video, per esempio, un cucciolo di scimmia cerca di sfuggire da un un uomo mentre quest’ultimo lo tiene per il collo e lo bagna continuamente con una bottiglietta d’acqua. In un altro video una persona cerca di eccitare sessualmente un giovane macaco maschio, all’interno di un tempio. In un altro video ancora, delle piccole scimmiette vengono usate per chiedere l’elemosina. In sottofondo, in tutti questi filmati, si sentono solo risate sguaiate e di gusto da parte di chi li registra o di chi assiste alle obbrobriose scene.
L’Afp Long Kosal, portavoce dell’Aspara, che è l’ufficio cambogiano che supervisiona il sito di Angkor, ha detto: “La scimmia dovrebbe vivere libera, ma oggi viene trattata come un animale domestico. Vengono creati contenuti per guadagnare denaro e attirare follower su YouTube – ha poi continuato l’Aspara -. Il problema più grande è che questi (video) vengono generati per fare soldi. Se le persone a cui non piacciono questo genere di cose smettessero di guardare i video, il problema degli abusi contro gli animali sarebbe risolto”. L’invito è quello di cessare la visione, la condivisione e anche di evitare di commentare questi video, perché possono essere pubblicati senza troppi ostacoli e il processo per rimuoverli è spesso molto lungo.
Lo Youtuber Ium Daro, che ha iniziato a filmare le scimmie di Angkor circa tre mesi fa, ha detto: “Le scimmie qui sono amichevoli. Dopo aver scattato qualche fotografia, diamo loro del cibo, quindi è come se li pagassimo per averci fato il permesso di immortalarle”. Un altro “collega” ha iniziato a filmare le scimmie durante la pandemia Covid perché guadagnava troppo poco dal suo lavoro come autista di puk-puk, i taxi tipici cambogiani e ha affermato: “Ho bisogno di queste scimmie”. Quello di cui queste persone non si preoccupano è la sofferenza che procurano a questi animali.