L’ennesimo ritorno. Leoluca Orlando non accetta di stare in panchina e di appendere le scarpette al chiodo. L’ex sindaco di Palermo è pronto a correre alle elezioni europee con Alleanza Verdi e Sinistra. Erano ormai diversi mesi che Orlando dialogava con i vertici del Pd, chiedendo di essere candidato a Bruxelles, dove è già stato dal 1994 al 1999, ma i dem hanno fatto muro: nessun posto in lista per quello che dal 1985 al 2022 è stato per cinque volte primo cittadino del capoluogo siciliano. Così la rottura è arrivata tramite un messaggio su whatsapp inviato nei gruppi Pd. “Carissimo, ho fatto tutto ciò che potevo, in rigorosa coerenza con la mia/nostra storia che non conosce ammiccamenti e patteggiamenti. Ho trovato invece grande sostegno nella memoria delle nostre esperienze. Ma il Pd, anche con la Segreteria di Elly Schlein, è sempre più una alleanza di scopo, correnti per conservazione di posizioni di potere… e la visione, e il progetto? Dovrebbe essere il Pd ‘storie diverse per un progetto politico comune’ e si è ridotto ad essere ‘circolo di capi corrente per posizioni di potere’ secondo logiche di soffocante appartenenza…”, scrive l’ex sindaco.
Orlando con Marino e Lucano – “Ho trovato grandissima attenzione e condivisione su diritti, pace, accoglienza, giustizia ambientale e giustizia sociale negli incontri con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e fortissime insistenti sollecitazioni da parte dei vertici europei dei Verdi. Una impresa difficile ma un modo per tracciare e confermare un percorso di futuro per evitare di consegnare soltanto ad un ricordo storico la nostra visione”, conclude il primo cittadino nel suo sms, annunciando la sua entrata nella lista ambientalista. “Orlando è una personalità significativa insieme a Ignazio Marino e Mimmo Lucano stiamo costruendo un progetto politico importante che si coniuga con l’esperienza degli ex sindaci, che hanno ben amministrato con autorevolezza e credibilità, insieme a personalità della scienza, ricerca e giovani, guardando alla giustizia sociale e climatica, contro una destra che aggredisce i diritti sociali e ambientali”, commenta Angelo Bonelli, portavoce di Europa verde. La presentazione ufficiale è prevista per giovedì mattina con una conferenza nella sala conferenze dell’Associazione Stampa Estera a Palazzo Grazioli.
Una vita in politica – Orlando lascia dunque il Pd, partito al quale aveva aderito nel 2018, subito dopo la sua ultima rielezione. Dalla prima sono passati quasi 40 anni: era infatti il 1985 quando Orlando diventava per la prima volta sindaco di una giunta guidata dalla Democrazia cristiana. In seguito avrebbe fondato un movimento capace di ottenere seggi in Parlamento – la Rete – prima di aderire all’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Una lunghissima storia politica puntellata da successi ma anche da cocenti sconfitte, come quando nel 2001 venne battuto a sorpresa da Totò Cuffaro nella corsa alla presidenza della Sicilia. Una carriera lunghissima che sembrava conclusa, anche perché il Pd a trazione Schlein era contrario a schierare l’ex sindaco alle Europee. Piuttosto i dem avevano chiesto ad Orlando di mettere la sua esperienza a disposizione di una nuova classe dirigente siciliana. L’ex sindaco, però, evidentemente non ha ancora esaurito la voglia di mettersi in gioco personalmente, nonostante le 77 primavere.
“Orlando ha la candidatite” – Ed è proprio dell’età di Orlando che parla Anthony Barbagallo, segretario del Pd in Sicilia. “Abbiamo un modello che punta al rinnovamento del gruppo dirigente, Orlando ha 77 anni e finirebbe la legislatura a oltre ottant’anni. Lui voleva candidarsi a tutti i costi, ha la candidatite, ma non era in linea con la proposta politica che sta facendo il Pd in Sicilia”, dice il numero uno dei dem sull’isola. “Sappiamo che aveva parlato anche con Matteo Renzi e Italia Viva, era in cerca di un posto di lista”, continua il segretario. Che poi attacca ancora Orlando: “Non ha mai vissuto la sua vita politica all’interno del Pd come un dirigente vero, ha avuto una certa spocchia anche verso il partito regionale, non ha formalizzato una richiesta di candidatura a noi, non lo abbiamo visto in direzione o negli organismi di partito”. Critico anche Sergio Lima, leader della mozione Schlein in Sicilia e componente della direzione nazionale Pd: “Dispiace che Orlando abbia rifiutato di mettersi al servizio del percorso di rinnovamento che il Pd di Elly Schlein sta promuovendo. Anche nella scelta delle candidature. Sarebbe stato bello per una volta anteporre alle ambizioni personali, certo legittime, una generosità nei confronti di un processo collettivo e faticoso di rinnovamento”.