Se soffrite di allergia al polline, non siete i soli: i numeri sono in crescita e i sintomi tendono ad arrivare in anticipo
È di nuovo Primavera e, se non è il cielo a confermarlo, probabilmente lo farà il vostro naso che cola. Una frangia sempre più ampia di persone soffre infatti di allergia stagionale ai pollini e ha già iniziato a combattere tra occhi rossi, tosse e starnuti. Ma cosa scatena, esattamente, l’allergia? E come combattere i sintomi? “Per allergia si intende una reazione immunomediata in cui c’è un coinvolgimento del sistema immunitario”, spiega il dottor Giorgio Luraschi, coordinatore del servizio di Allergologia del Centro Diagnostico Italiano. L’allergia si manifesta con diversi sintomi: rinite, oculorinite, asma. In questa stagione si verificano soprattutto reazioni allergiche di tipo respiratorio dovute alla presenza nell’aria del polline. “Alcuni pollini sono particolarmente allergenici – spiega lo specialista – come quello della betulla, del nocciolo, dell’ontano e del cipresso, presenti soprattutto nei mesi tardi invernali, e ai pollini di graminacee, presenti nel periodo che va da fine marzo-aprile fino a fine giugno”.
Spesso si ha la sensazione che ogni anno gli starnuti arrivino prima e che sempre più persone ne soffrano. E non è solo un’impressione: “Il numero degli allergici è aumentato – conferma il dott. Luraschi – e soprattutto negli anni sono aumentate le allergie dovute agli alberi ad alto fusto, che iniziano a dare disturbi già tra gennaio e febbraio. Sicuramente i cambiamenti climatici hanno influenzato un po’ il fenomeno “anticipando” il cambio di stagione. Per cui, i sintomi che magari in passato erano presenti soprattutto in primavera inoltrata adesso li vediamo con un anticipo di uno o due mesi, magari nella fase iniziale. Poi, man mano che si entra nel pieno della stagione, ovviamente i sintomi aumentano”.
Come distinguere tra raffreddore e allergia
Tra sbalzi di temperatura, acquazzoni all’improvviso e picchi di caldo, non è raro prendere l’influenza anche a marzo. Al primo starnuto viene spontaneo chiedersi: ma è allergia o è un raffreddore? In primavera, comunque, sono presenti meno infezioni virali rispetto all’autunno e all’inverno: l’allergia di solito si manifesta con sintomi che insorgono all’improvviso, come starnuti, occhi rossi, prurito e naso che cola di continuo, senza gli altri sintomi tipici della sindrome da raffreddamento. “La rinite, nelle forme allergiche, si accompagna alla congiuntivite – spiega l’esperto – in una certa percentuale di soggetti può essere associata a disturbi respiratori di tipo asmatico. Quindi, se ci troviamo nel pieno della primavera nel consiglio con sintomi di questo tipo dobbiamo sempre sospettare un’allergia. Il sospetto deve essere confermato rivolgendosi al medico e, successivamente, allo specialista allergologo che condurrà poi gli accertamenti e i test allergologici”.
Come combattere i sintomi dell’allergia
Le belle giornate ci invogliano a stare all’aperto e a trascorrere del tempo tra la natura, ma per chi è allergico una semplice scampagnata rischia di diventare un incubo: “È opportuno essere prudenti, soprattutto nelle giornate di vento, ed evitare certe situazioni – suggerisce il dottor Luraschi – Se però dobbiamo trascorrere del tempo all’aperto, un aiuto può arrivare dalla mascherina, dispositivo che ha già dimostrato di proteggere i soggetti allergici durante il periodo del Covid”. Esistono comunque delle terapie specifiche – per cui bisogna sempre consultare un medico – come gli antistaminici per bocca o gli spray nasali, ma non è sempre utile giocare d’anticipo: “Io sono un po’ contrario a fare delle premedicazioni, cioè iniziare terapie in modo preventivo – ribadisce lo specialista – Sono piuttosto dell’idea di iniziare le terapie subito, all’insorgere dei primi sintomi, perché da un anno all’altro la situazione ambientale cambia, e anche lo stato del paziente può cambiare”.
Esiste un vaccino per l’allergia?
I farmaci controllano solo i sintomi dell’allergia nel momento in cui si manifestano, ma poi gli stessi si ripresenteranno puntuali a ogni stagione. Una terapia capace di modificare la storia naturale della malattia, invece, è il cosiddetto vaccino: “La parola vaccino è un termine un po’ improprio – chiarisce l’esperto – si tratta di un’immunoterapia iposensibilizzante allergene specifica che può venire prescritta dallo specialista allergologo ad alcuni soggetti allergici, tra cui anche quelli con pollinosi, soltanto dopo un’accurata indagine anamnestica e dopo aver sottoposto il paziente a test cutanei, eventualmente completati da test sul sangue”.