Cosa è accaduto nella centrale idroelettrica di Bargi? Cosa può aver innescato uno dei più gravi incidenti sul lavoro degli ultimi anni? La premessa è d’obbligo: l’ipotesi è per esclusione e sulla base di casi di scuola. “Ma allo stato a me viene in mente solo di un cortocircuito nell’alternatore”, spiega il professore Francesco Ballio, docente di Idraulica al Politecnico di Milano e consulente di diverse procure nelle indagini per alcuni disastri. “Ci siamo confrontati tra colleghi e nessuno di noi ricorda un solo incidente negli impianti idroelettrici italiani e a livello mondiale, forse, ce n’è uno”, fa notare. Impianti sicuri per produrre energia pulita. Zero combustibili e per questo con un rischio incidenti ben al di sotto di centrali con altre alimentazioni. Eppure dai sotterranei sono già stati estratti 3 corpi senza vita e si cercano, ormai con flebili speranze, altri quattro lavoratori rimasti in trappola.
Professore, come funziona un impianto come quello di Bargi?
La centrale collega due laghi, divisi da una montagna. L’impianto prende l’acqua dal lago più alto attraverso una galleria sotterranea e la fa entrare nelle condotte metalliche. Una volta all’interno acquista pressione durante la discesa e viene utilizzata per far girare una turbina idraulica, che è l’equivalente di una pala da mulino. La turbina trasforma pressione e velocità dell’acqua in energia meccanica che viene trasmessa a un alternatore e produce energia elettrica. Un funzionamento, per capirci, simile alla dinamo della bicicletta.
Nessun combustibile, quindi un impianto molto sicuro?
Assolutamente. Da martedì mi sono confrontato con diversi colleghi e nessuno di noi ricorda di incidenti nelle centrali idroelettriche in Italia. Abbiamo rintracciato un precedente in Russia, ma si tratta del crollo del tetto, non di un problema legato al funzionamento della centrale.
Cosa può aver provocato l’esplosione?
Stiamo uscendo fuori dalla mia miglior competenza, ma conosco quel tipo di impianti e mi viene in mente solo la possibilità di un cortocircuito nell’alternatore. È ciò che accade a volte anche nelle nostre case, spesso risolvendosi in una scintilla, in un “pof” e nell’annerimento dell’interruttore. Lo stesso problema in un impianto di quel tipo è amplificato dalle correnti che circolano in un generatore elettrico e scatena un fulmine che si disperde in uno spazio chiuso: può causare molto calore e un’onda d’urto. Come poi ciò abbia provocato l’innesco di un incendio è tutto da capire.
Un cortocircuito che può essere stato innescato da cosa?
Impossibile rispondere ora. Sicuramente sappiamo che dopo l’esplosione è iniziato un allagamento e al momento i Vigili del fuoco non capiscono da dove arrivi l’acqua. Mi pongo una domanda: c’è stato l’incidente e poi è partito l’allagamento o le tempistiche sono rovesciate?
Alcuni testimoni hanno parlato un rumore “tipo motore fuorigiri” della turbina pochi istanti prima dell’incidente. È possibile?
Può accadere, certo, se all’impianto elettrico manca l’alimentazione. Sappiamo che stavano facendo delle prove. Il guasto elettrico è possibile, forse causato dall’acqua o da un altro motivo. Non possiamo escludere uno scoppio di altri elementi che però, tecnicamente, non avrebbero dovuto essere lì.
Quali tempi si possono immaginare per il ritorno in funzione?
Bisogna capire se i danni hanno riguardato solo la turbina alla quale stavano lavorando o se ne hanno subiti anche quelle degli altri gruppi, ipotesi non irrealistica. Ci sono inoltre da valutare i danni provocati dall’allagamento. Non possiamo ipotizzare tempi, ma possiamo dire con ragionevole certezza che non ripartirà tra pochi mesi.
La centrale di Bargi fa parte degli impianti strategici deputati a garantire il riavvio della rete nazionale in caso di black out. Il fermo è un problema?
La rete elettrica è resiliente, relativamente sovrabbondante. Gli impianti idroelettrici sono essenziali perché ripartono in pochi minuti e quello di Bargi è uno dei dieci più grossi che abbiamo in Italia, ma produce una frazione molto piccola dell’energia totale immessa in rete. Faccio fatica a immaginare che ciò possa provocare dei problemi, anche in caso di criticità del sistema.