“In Commissione Giustizia abbiamo tutti concordato sulla necessità di introdurre nuove regole per il sequestro di cellulari, tablet, pc portatili per il motivo che questi apparecchi contengono una messaggistica (chat, SMS) che è parificata a corrispondenza e quindi gode della tutela costituzionale. Per questo motivo, tutti abbiamo concordato sulla necessità che il Pm non può più autonomamente sequestrare questa apparecchiatura, ma deve richiedere l’autorizzazione del giudice. Senonché è accaduto che la maggioranza, invece di tenersi dentro questo perimetro entro il quale vi era la concordia di tutti, ha ritenuto di dover debordare e di estendere la nuova disciplina anche a documenti e dati che non hanno nulla a che spartire con il concetto di corrispondenza, perché in una memoria digitale, in uno smartphone possono trovarsi copie di fatture, ricevute, documentazioni bancarie e altri documenti che non sono assimilabili a corrispondenza e quindi non sono coperti dall’articolo 15 della Costituzione”. A dirlo, nell’Aula di Palazzo Madama, è il senatore del M5S Roberto Scarpinato illustrando gli emendamenti al ddl Zanettin. “E la nuova disciplina è estesa anche alle memorie digitali, a pen drive che non hanno nulla a che fare con il concetto di corrispondenza e che possono contenere documenti che non hanno nulla a che fare con la corrispondenza”. A causa di questa estensione, aggiunge il senatore M5s, “si è creata una schizofrenia, perché si è creato un doppio regime normativo dei sequestri dipendente esclusivamente dalla natura del supporto del documento”. E quando sarà approvata “questa nuova normativa resteranno in vigore le norme del codice di procedura penale che continuano ad autorizzare il Pm a sequestrare con decreto motivato tonnellate di documenti che non hanno natura di corrispondenza, come le fatture”. Così “se un Pm dovrà sequestrare anche una sola ricevuta in formato digitale, in pendrive, esclusivamente perché ha una natura digitale, il Pm dovrà richiedere l’autorizzazione del giudice, attivare un procedimento incidentale che prevede l’obbligo della notifica da un minimo di 8 a un massimo di 16 persone, col pericolo che basta che soltanto una di queste notificazioni vada a vuoto perché occorra ricominciare da capo”. E “solo alla fine potrà effettuare il sequestro di questa sola ricevuta che si trova in un pendrive, col paradosso che se qualcuno la stampa, il Pm la potrà sequestrare autonomamente” e se “avesse il pendrive, avremmo un vero e proprio stress di uffici giudiziari che, per disporre il sequestro di documenti che non hanno natura di corrispondenza, dovranno attraversare questa procedura così complessa”. In più, osserva Scarpinato, si creerà “la diffusione del virus dell’incompatibilità, perché avremo dei giudici che per sequestrare un pendrive in cui c’è una ricevuta diventeranno incompatibili a formare i collegi e quindi nei piccoli Tribunali avremo la moltiplicazione delle incompatibilità e una paralisi”.