I luoghi del film Un mondo a parte con Antonio Albanese nei panni di un maestro che prova a salvare il paese dalla chiusura della scuola non sono molto distanti, anche la storia è la stessa. Siamo in Valle Subequana, all’interno del Parco naturale regionale Sirente-Velino in Abruzzo, dove da sabato i sindaci della zona insieme alle famiglie e ai ragazzi stanno provando a salvare la secondaria di primo grado di Castelvecchio Subequo, dove dall’anno prossimo è autorizzata l’apertura solo con una pluriclasse prima/terza media (e una sezione della seconda) con un numero pari a diciotto alunni. Una decisione del ministero dell’Istruzione presa dagli uffici provinciali e comunicata alla dirigenza dell’istituto. Una scelta che non è piaciuta ai primi cittadini di Castelvecchio Subequo, di Secinaro, Gagliano Aterno, di Molina Aterno, di Castel di Ieri e Goriano Sicoli che lunedì si sono ritrovati davanti ai cancelli della scuola per dar vita a un sit-in per quello che reputano un vero e proprio “smantellamento della media”. Non solo: sabato scorso gli alunni delle medie hanno disertato le lezioni e lunedì si sono uniti a loro anche i bambini della primaria.
Da una parte ci sono i numeri con i quali da tempo fanno i conti in maniera tecnica gli uffici del ministero: l’evidente calo delle iscrizioni a causa della denatalità; lo spopolamento (a Castelvecchio Subequo si è passati dai tre mila residenti del 1994 a novecento) ma dall’altra c’è la necessità per le famiglie delle aree interne di avere una scuola e di qualità. “Non siamo un mondo a parte – dichiara il Comitato spontaneo di genitori che si è formato in questi giorni – ma siamo parte del mondo e abbiamo bisogno che le istituzioni stiano dalla parte dei nostri ragazzi, affinché realizzino i loro sogni e le loro aspirazioni nei modi costituzionalmente sanciti. Ci resta difficile pensare che questo sia possibile con una pluriclasse che mette insieme alunni che iniziano un nuovo ciclo scolastico con alunni che si preparano alla sfida di un nuovo ciclo superiore”.
In una lettera pubblica i genitori spiegano che la decisione intrapresa “mette a rischio in primo luogo il pieno adempimento del diritto all’istruzione, universalmente riconosciuto a tutti, senza distinzione di territori e di numeri. Inoltre, appare ancora più incongruente in rapporto all’evidenza politica nazionale e regionale di sostegno alle aree interne, con misure specifiche e continue (ultime quelle del Pnrr) di contrasto allo spopolamento e all’impoverimento culturale e sociale”. La prima cittadina di Castelvecchio Subequo, Marisa Valeri, incontrerà con gli altri sindaci, la dirigente regionale dell’ufficio scolastico ma se non ci saranno avvisaglie di cambiamenti, venerdì i genitori sono pronti a un nuovo sciopero. “Non è possibile – spiega Valeri a ilfattoquotidiano.it – mettere insieme ragazzi che il prossimo anno andranno alle superiori con chi arriva alla primaria solo per una questione di numeri. Inoltre, siamo preoccupati che questa sia solo la premessa ad una chiusura totale. Un paese, una valle senza una scuola, muore. E’ inutile riempirsi la bocca delle parole “aree interne” se poi non si fanno deroghe alle Leggi per garantire un’istruzione e una sanità alla pari di tutti. I soldi del Pnrr non basteranno a ripopolare le nostre zone ma noi paghiamo le tasse come tutti gli altri e i nostri bambini hanno gli stessi diritti di chi cresce a Milano o a Roma”.