“Facciamo come per i servizi segreti cara Gabriella, distruggi questa mail”. Così scriveva Maria Pia Falco, funzionaria del comune di Marsala, definita perfino “stipendiata” da uno degli imprenditori da lei favoriti in una conversazione intercettata, viste le elargizioni ad hoc ricevute. È una mail del 5 aprile 2022 che Falco effettivamente cancellerà, ma che i carabinieri troveranno nei dispositivi del destinatario, ovvero ad una dipendente della cooperativa Nido d’Argento, la società cooperativa di Partinico che – secondo gli inquirenti – riusciva ad ottenere appalti per i servizi sociali grazie alle regalie a vari funzionari pubblici sparsi in vari comune della Sicilia occidentale.

“È scoppiato il caso” – Una cooperativa che aveva appunto dato nell’occhio per il numero di appalti vinti. Per questo Falco nella mail scrive: “Da quando ho pubblicato l’avviso per il nuovo bando indicando la Nido d’Argento, come ente gestore è successo quelle che in anni non è mai successo, poiché a quanto pare c’è stato un difetto di comunicazione, è scoppiato il caso, perché parecchia gente, compresi gli pseudo giornalisti, non hanno altri argomenti da attenzionare”. E per questa attenzione degli “pseudo giornalisti”, la funzionaria suggerisce di “ammortizzare la situazione… Giuseppe deve intervenire, anche se in maniera più latente”.

Chi è Gaglio, l’uomo di Borgo Parrini – A dover intervenire sarebbe Giuseppe Gaglio, rappresentante legale della Nido d’Argento, molto più conosciuto per essere stato lui la mente della riqualificazione di Borgo Parrini, un piccolo borgo in provincia di Palermo, riportato a nuova vita con mosaici e maioliche, ispirate agli edifici di Gaudí a Barcellona, e per questo diventato meta turistica. Adesso, le indagini dei carabinieri, coordinati dal procuratore capo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido, hanno portato alla luce un giro di regalie finalizzate all’aggiudicazione degli appalti. Un’operazione che ha portato oggi in carcere Gaglio, assieme a Massimiliano Terzo, dipendente della cooperativa ma “dotato di pieni poteri decisionali” e Gaetano Di Giovanni, dirigente del distretto socio sanitario, nonché capo dei vigili urbani di Agrigento.

Gli indagati – Sono sei le persone invece finite ai domiciliari, tra cui la funzionaria Falco, l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, ex Udc e poi transitato nel Pd dal quale è uscito nel 2017, Giuseppe Chiaramonte e Francesco Chiavello, dipendente ed ex dipendente della Nido d’Argento, e Aldo Raimondi, responsabile del settore Politiche Sociali e Culturali del Comune di S. Cataldo (Cl). Sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, invece, per Maria Rita Milazzo, dirigente del comune di Balestrate, Michela Sclafani, funzionaria dell’ufficio direzione Politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo, e Antonino Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice nella gara per l’affidamento della gestione e realizzazione “Azione A Rafforzamento dei Servizi Sociali”.

“Ora serve la politica”: il ruolo di Lo Biundo – Sembra lo sapesse bene Gaglio – stando alle indagini – che a un certo punto “serve la politica”, come lui stesso dice in un’intercettazione, per oliare alcuni ingranaggi degli appalti. E per questo serviva l’ex sindaco: “Salvo Lo Biundo è quello che risolve sempre problemi! E quello che è, eh eh eh… è numero uno”. Così parlava Lo Biundo in persona, ex sindaco di Partinico, vantandosi dell’efficacia “del suo intervento nella gara di Gela, sottolineando il peso della sua mediazione e pretendendo maggiore ‘disponibilità’ da parte della cooperativa nell’assecondare l’assunzione delle persone da lui segnalate”, scrive la gip. Una gara da 380.414 euro, vinta poi in effetti dalla cooperativa di Gaglio, nonostante la presidente della commissione fosse “una caina”, così la apostrafava il sindaco, raccontando a Gaglio di avere auto qualche problema. Per la gara Lo Biundo avrebbe percepito 2.000 euro consegnati in contanti. L’incontro per la consegna del denaro era stato monitorato dalla polizia giudiziaria. Per questo la gip, riferendosi al politico, ne sottolinea la “particolare inclinazione” a “prestarsi ad azioni illecite”.

Le accuse – Tutti sono accusati a vario titolo di associazione finalizzata alla corruzione, corruzione, turbata libertà degli incanti e istigazione alla corruzione. “Il fatto è che poi lui gonfia, gonfia, non è che uno gonfia…”, diceva Sclafani al marito Giovanni Dalia, anche lui indagato. È lui ad indicare come Gaglio gonfi i numeri: “Questo mese sai quanto ha fatturato? quattrocentomila euro… Con gli stessi numeri di ragazzini che aveva prima! …ma è pazzo! Ma secondo te io posso rigiustificare, le sue, le sue, i suoi introiti?”. Una vera e propria preoccupazione per Sclafani che assieme al marito ha ricevuto da Gaglio – secondo quanto ricostruito dall’accusa – “elargizioni di ogni tipo”: olio, panettoni, dolci, profumi e perfino una collana di smeraldi del valore di 1.800 euro. Ma non solo per ingraziarsi la coppia, Gaglio ha assunto “o promesso l’assunzione di parenti e amici della coppia presso la cooperativa”, come riporta la gip Elisabetta Stampacchia nell’ordinanza. Regalie che portavano un risultato, come spiegato da Gaglio stesso in una conversazione intercettata: “Ora la Sclafani me la sto stringendo un poco per farci pagare quantomeno, abbiamo già 150.000 euro di fatture che ci possono pagare”.

Le assunzioni in cambio – Un modus operandi ricostruito in plurimi episodi dalla procura di Palermo. Come nel caso di Balestrate, dove la dirigente Milazzo suggeriva alla Nido d’Argento come aggiudicarsi la gestione dei campi estivi per ragazzi: “Potresti fare attività di laboratorio, di pittura, di scrittura, la scuola prevista è l’Aldisio, c’è un grande giardino attorno se voi avete anche piscine esterne fargli fare giochi lì, secondo me, queste attività voi potreste proporre”. In cambio avrebbe chiesto l’assunzione della figlia e del nipote: “Ti volevo chiedere ma c’è possibilità di lavorare per mia figlia?”. E Terzo rispondeva: “Se noi riusciamo ad acchiappare qualcuno sì certo, non ti preoccupare dico che in base alla disponibilità che ha lei la inseriamo”. Una forte capacità di agire sul territorio grazie al fatto che avevano “un amico in ogni posto”. Oltre alle misure cautelari, la procura ha anche ottenuto il sequestro della società e di somme corrispettive alle regalie ottenute dai funzionari pubblici.

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