“Nessun bambino dovrebbe morire per il morbillo che è una malattia grave, ma prevenibile”. Antonietta Filia, medico di Medicina preventiva e Sanità pubblica e prima ricercatrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ricorda che recentemente nell’Unione europea ci sono stati sette decessi, sei in Romania e uno in Irlanda, a testimonianza del fatto che possono intervenire anche complicanze letali. Si deve riparlare di morbillo e dell’importanza della vaccinazione in Italia dopo la pubblicazione del bollettino dell’Istituto superiore di Sanità in cui si evidenzia un boom di casi: 213 da inizio dell’anno, nella stragrande maggioranza di casi, oltre l’88%, non vaccinati. Quasi il quintuplo di tutti i casi del 2023 che erano stati 43 e moltissimi di importazione.

In Italia il vaccino antimorbillo è stato immesso sul mercato nel 1976 ed è raccomandato dal ministero della Salute fin dal 1979, eppure nel 2017, mentre era in corso una vasta epidemia di morbillo, fu necessaria una legge per innalzare la percentuale di vaccinati: l’immunizzazione era un requisito obbligatorio all’iscrizione. A distanza di poco meno di 7 anni, abbiamo ancora coperture vaccinali inadeguate se si considera che per raggiungere l’eliminazione del morbillo sono necessarie coperture vaccinali di almeno il 95% per due dosi di vaccino, come raccomandato dall’Oms. “Abbiamo registrato un aumento dei casi dalla fine del 2023 ed è probabile che il numero dei casi continui a crescere, come già segnalato nella recente valutazione del rischio fatta dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc)”.

A cosa è dovuto questa impennata di casi?
L’impennata è dovuta a vari fattori, le coperture vaccinali subottimali e le importazioni di casi da zone con una elevata circolazione del virus. Il virus del morbillo circola ancora in molti paesi nel mondo e l’aumento non è stato osservato solo in Italia, ma nel resto del mondo e in Europa, inclusa l’Ue, e a livello mondiale negli Stati Uniti e in Canada. Se guardiamo all’Europa nel 2023 sono stati notificati 30mila casi, nell’area dell’Unione europea 2361. Il paese con i maggior numero di casi è la Romania, ma ci sono anche l’Austria e la Francia. Ci sono almeno 10 paesi europei con epidemie e sono stati segnalati decessi: in Romania sei e uno in Irlanda. Durante la pandemia si è osservato una diminuzione delle coperture vaccinali per morbillo e ora si vedono le conseguenze.

E i dati italiani?
Durante la pandemia abbiamo registrato una notevole riduzione dei casi. Si pensi che nel periodo 2021-2022 sono stati registrati solo 27 casi e, in tutto il 2023 i casi erano stati 43, di cui il 42% importati: ovvero persone che andavano in vacanza e tornavano con il morbillo. Nei soli primi tre mesi del 2024 invece i casi segnalati sono 213 di cui solo l’8% è importato, il resto è trasmissione locale. Per eliminare il morbillo è necessario superare la soglia del 95% della popolazione con due dosi vaccino. La prima va fatta ai 12 mesi, la seconda ai 5/6 anni. Gli ultimi dati disponibili sono del 2022 e indicano una copertura vaccinale per morbillo, a livello nazionale del 94,4% per la prima dose nei bambini di due anni e una copertura vaccinale del solo l’87% per la seconda dose a 5-6 anni. Inoltre, c’è una variabilità tra le Regioni con la provincia autonoma di Bolzano al 76,2% e l’Emilia-Romagna al 97,8%. Anche Lombardia e Lazio sopra il 95%. Mentre nessuna regione ha superato la soglia del 95% con la seconda dose. Abbiamo un altro problema, molti giovani adulti suscettibili al morbillo come mostrano i dati riguardo l’età mediana dei casi recenti che è pari a 31 anni.

L’infettivologo Bassetti dice che teme che il peggio debba ancora arrivare. È d’accordo?
Sì, possiamo aspettarci un aumento ulteriore di casi, viste le nostre coperture vaccinali, la contagiosità elevata del morbillo e la stagionalità del virus che tipicamente circola tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Inoltre, con l’aumento dei viaggi c’è un alto rischio di circolazione e di importazione da stati membri. Anche l’Ecdc ha elaborato una valutazione sul rischio dell’aumento dei numeri dei casi nell’Ue e dello spazio economico europeo nei prossimi mesi, esaminando la probabilità dell’infezione e il suo impatto; complessivamente ha valutato il rischio come moderato.

Tra gli 11 operatori contagiati, segnalati nel bollettino, sei erano non vaccinati. Come commenta questo dato?
Gli operatori sanitari, oltre ad avere un maggior rischio di esposizione al virus e quindi di contrarre l’infezione se suscettibili, con il rischio di sviluppare complicanze gravi, aumentano anche il rischio di trasmissione della malattia in ambito nosocomiale esponendo al rischio di infezione persone che magari hanno deficit immunitari, bambini piccoli o donne in gravidanza che sono a rischio di una malattia più grave. La trasmissione nosocomiale (in ambito sanitario, negli ospedali, ambulatori, etc.) è spesso un importante ambito di trasmissione del morbillo. È quindi importante che gli operatori sanitari siano vaccinati contro questa malattia.

Tra i 213 casi di morbillo del 2024 per 104 è stato necessario il ricovero, eppure viene considerata una malattia poco grave.
Il morbillo non è una malattia lieve, oltre all’esantema, causa malessere, febbre alta, diarrea, e altre complicanze. Fino al 20-30% sviluppa complicanze ed è possibile anche il decesso: uno o due casi per 1000. I nostri dati indicano che il 26% dei casi notificati ha registrato una complicanza. Per quanto riguarda i casi per cui è stato necessario il ricovero, la percentuale osservata è più elevata dell’atteso e potrebbe indicare una sotto notifica dei casi meno gravi: persone che non si rivolgono al medico o casi che non vengono segnati dai medici delle cure primarie. È opportuno ricordare qui l’importanza della sorveglianza nel processo di eliminazione del morbillo e la necessità di sensibilizzare tutti i medici e operatori sanitari a riguardo. È importante segnalare tempestivamente ogni caso di morbillo al sistema di sorveglianza, per attivare rapidamente una risposta di sanità pubblica, interrompere la trasmissione, capire i motivi della trasmissione e identificare i gruppi di popolazione a rischio.

Possiamo elencare i rischi per gli adulti non vaccinati? E le complicanze più frequentemente riportate?
Le complicanze più gravi sono la polmonite (che può complicare 1- 6% dei casi), e l’encefalite acuta (0,1% o 1 caso su 1000). Altre complicanze includono l’otite media, la laringotracheobronchite, la diarrea, la disidratazione, la cheratite, la trombocitopenia e le convulsioni febbrili. Il 20-30% delle encefaliti può avere delle sequele neurologiche.

Possiamo spiegare ancora una volta perché la vaccinazione è così importante?
La vaccinazione è importante perché il morbillo è una malattia potenzialmente molto grave e con la vaccinazione è possibile prevenirla. I bambini sotto i 5 anni di età, gli adulti di età superiore a 20 anni, le donne in gravidanza e le persone con deficit immunitario hanno il rischio più elevato di complicanze. Il vaccino è in uso da circa sessant’anni e ha un alto livello di sicurezza ed efficacia. I bambini sotto l’anno (la prima dose viene consigliata ai 12 mesi, ndr) e le persone con deficit immunitari che non possono ricevere il vaccino (essendo il vaccino vivo attenuato) dipendono dall’immunità della popolazione, della famiglia e delle persone che sono a contatto con loro. C’è anche il rischio di panencefalite sclerosante subacuta che è un raro disturbo degenerativo progressivo del sistema nervoso centrale causato proprio dall’infezione persistente del virus del morbillo che si presenta a distanza di anni dall’infezione: una malattia letale. Le persone a maggior rischio sono i bambini che hanno acquisito l’infezione prima dei 5 anni di età.

L’età mediana dei contagiati è 31 anni, ma abbiamo bambini di meno di un anno e anche over 60. Come si spiega questa riluttanza alla vaccinazione soprattutto dopo la pandemia di Covid che ne ha dimostrato l’essenzialità
Le persone contagiate sopra sono i 60 anni sono poche, mentre la metà dei casi è tra 15-39 anni, 23% nella fascia 44-64 anni. La maggior parte delle persone non è riluttante, infatti oltre l’85% dei bambini sono vaccinati con due dosi di vaccino. Tuttavia, essendo il morbillo molto contagioso, per interrompere la circolazione del virus sono necessari livelli di immunità altissimi (>95%) nella popolazione. I motivi per la non vaccinazione sono diversi e possono includere preoccupazioni legate alla sicurezza del vaccino, una bassa percezione del rischio della malattia, la disinformazione, la mancata conoscenza della gravità del morbillo o anche motivi legati all’accesso. Per questo è necessario conoscere i motivi per la non vaccinazione e mettere in atto strategie mirate per promuovere la vaccinazione.

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