Televisione

La Piovra fa 40 anni. A Roma un evento speciale sulla serie che ha raccontato i legami della mafia con la politica, la massoneria e l’alta finanza

di F. Q.
La Piovra fa 40 anni. A Roma un evento speciale sulla serie che ha raccontato i legami della mafia con la politica, la massoneria e l’alta finanza

La Piovra ha compiuto 40 anni. Era l’11 marzo del 1984 quando andava in onda la prima puntata di una delle serie italiane più famose al mondo. Trasmessa per dieci stagioni e 48 episodi, durate fino al 2001, La Piovra ha completamente rivoluzionato il modo di raccontare la mafia in televisione. Quattro decenni dopo un evento speciale celebra quella produzione. Venerdì 12 aprile alle 19 e 30, l’Accademia Popolare dell’antimafia e dei diritti raduna a Roma, nella sede di via Contardo Farini 83, gli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia, il regista Luigi Perelli, l’unico a dirigere più di una stagione (addirittura cinque, dalla terza alla settima), e l’attrice Simona Cavallaro, che interpretava Ester Rasi de La Piovra 4. Il dibattito, introdotto da Pasquale Grosso, vicepresidente dell’associazione daSud e moderato dal giornalista Andrea Meccia, ripercorrerà la storia della serie, l’impatto che ha avuto nell’immaginario collettivo e l’influenza proiettata sulle produzioni televisive successive.

Ispirata ai fatti di cronaca relativi a Cosa nostra negli anni ’70 e ’80, la Piovra riesce a raccontare per la prima volta la complessità del fenomeno mafioso, dagli enormi guadagni prodotti dal narcotraffico ai rapporti con la politica, l’alta finanza e la massoneria. La serie svela come la mafia non sia solo quella dei boss e degli omicidi, ma una questione molto più articolata e diffusa: persino Giovanni Falcone si complimentò per l’accuratezza delle sceneggiature. “Un giorno venne a trovarci, sgommando, Falcone. Volle stringermi la mano. Disse: per sconfiggere la mafia ci vorranno generazioni“, ha raccontato in un’intervista a Repubblica Michele Placido, indimenticato interprete del commissario Corrado Cattani.

Se storicamente il racconto delle vicende mafiose era sempre stato affidato al cinema d’autore, infatti, il grande merito della Piovra è averlo portato sul piccolo schermo, rendendolo dunque accessibile a tutti. Il successo è documentato dai numeri: la serie fu esportata in più di 80 Paesi, registrò una media di 10 milioni di telespettatori a puntata con punte di 15 milioni e il record di 17 milioni e 200mila, sintonizzati per l’ultima puntata della quarta stagione, quella in cui viene ucciso il commissario Cattani.

Oltre al successo in termini di pubblico, l’effetto fu anche quello di provocare roventi polemiche. “Nella seconda stagione comparve la P2. Con Damiani andammo a presentarlo al circolo della Vela di Palermo, i notabili ci aggredirono“, ha ricordato sempre Placido. Nota la dicharazione di Silvio Berlusconi che ancora nel 2009 attaccò la serie: “Se trovo chi ha fatto de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo, giuro che lo strozzo“.

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