L’ex sindaco leghista di Anzio Candido De Angelis, un ex assessore di Forza Italia, una consigliera di Fdi e altri due esponenti della sua maggioranza sono indagati dalla Dda di Roma per voto di scambio politico-mafioso alle elezioni che portarono all’elezione di De Angelis a primo cittadino del comune, poi sciolto per infiltrazioni mafiose. Nel paese del litorale romano ad una cinquantina di chilometri da Roma, commissariato come quello di Nettuno, i politici indagati – stando all’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Musarò – avrebbero beneficiato dei favori elettorali dei boss di quattro famiglie di ‘ndrangheta, finiti in manette nell’operazione Tritone, poi sfociata in diverse condanne in appello.
Oltre a De Angelis, che sarà interrogato venerdì dagli inquirenti, sono indagati l’ex assessore ai lavori pubblici Giuseppe Ranucci di Forza Italia, l’ex consigliera Cinzia Galasso, di Fratelli d’Italia, la consigliera Lucia Pascucci della civica De Angelis e l’ex assessore Gualtiero Di Carlo tutti legati alla giunta De Angelis. Negli atti d’indagine e nella relazione della commissione d’accesso nominata dal ministero dell’Interno che ha proposto lo scioglimento, si legge di come le famiglie Madaffari, Perronace, Tedesco e Gallace avrebbero condizionato le elezioni politiche orientando i voti. Nella relazione vengono anche riportate alcune intercettazioni telefoniche tra gli esponenti dei clan dove si accordavano su chi far confluire i voti.
Immediate le reazioni politiche con il deputato M5S Federico Cafiero De Raho, vicepresidente della commissione Antimafia, che parla di “quadro sconcertante” e “profonda preoccupazione” chiedendo “l’acquisizione degli atti di questa inchiesta” da parte della commissione Antimafia. “Il quadro accusatorio rafforza l’immagine di una commistione tra politica e organizzazioni criminali dopo lo scioglimento per mafia del comune del litorale romano deciso nel novembre del 2022″, afferma invece la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità e lotta alle mafie del Partito Democratico e anche lei componente della commissione Antimafia. “Abbiamo già raccolto elementi dalle importanti audizioni dei commissari prefettizi di Anzio e Nettuno – conclude la senatrice Pd – ma chiederemo che la commissione Antimafia torni a riunirsi sui due comuni del litorale alla luce delle indagini sui rapporti tra mafia e politica che emergono oggi”.
Lo scioglimento del comune di Anzio venne disposto dal Consiglio dei ministri il 22 novembre 2022. La decisione venne presa “in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata” emerse dall’inchiesta. Negli atti del procedimento anche una serie di intercettazioni – che riguardavano anche esponenti politici dei due comuni litoranei – evidenziarono una penetrazione della ‘ndragheta nel territorio.
L’indagine dell’antimafia portò alla luce l’attività svolta da uomini dei clan calabresi che avevano puntato una serie di appalti. In particolare l’inchiesta puntò anche sull’opacità in campagna elettorale e sugli affidamenti dei lavori pubblici dai cimiteri alle strutture balneari a società legate ai clan. Dalle carte del procedimento emerse anche che alcuni assessori e consiglieri dei due comuni del litorale avrebbero avuto contatti concreti con il gruppo ‘ndranghetista guidato da Giacomo Madaffari.