Puccini veste nero, con un contributo da 100mila euro alla mostra ideata dall’ex fondatore di Casapound a Lucca. Arriva dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario presieduto da Alberto Veronesi, già candidato di Fratelli d’Italia, desideroso di impegnare 50mila euro per far realizzare due statue di Puccini al responsabile nazionale spettacolo del partito della premier, di cui è il delegato. Lo stesso che, dopo una vita da candidato di sinistra, diresse una Boheme bendato contro un adattamento troppo che riteneva troppo di sinistra.

Tra i progetti finanziati, su cui Il Fatto punta i riflettori da giorni, salta fuori un verbale che assegna il contributo a “Puccini manifesto”, l’esposizione che si terrà alla Cavallerizza dal 29 novembre 2024 a marzo 2025. L’iniziativa aveva sollevato polemiche già a novembre dell’anno scorso, quando uscì la notizia, benché venisse presentata “a costo zero” per le casse pubbliche. A proporla, infatti, non era uno studioso melomane pucciniano bensì Simone Pellico, impresario di eventi di Lucca che tra i suoi meriti ha quello di aver coordinato la campagna elettorale del partito nero, che tanti voti ha portato al sindaco Mario Pardini. Il Pd insorse, constatando anche il tempo record con cui la delibera di autorizzazione era passata in giunta, 13 giorni appena, decisamente inferiore rispetto ad analoghe istanze.

Una polemica era “strumentale” per Pardini, perché l’amministrazione non avrebbe speso un soldo e Pisani “sostenuto in proprio le spese per l’acquisto del materiale scientifico e delle trasferte, non chiedendo alcun compenso al Comune neppure per le trasferte”. A di stanza di quattro mesi si scopre che Pardini, che siede nella stanza dei bottoni del Comitato Puccini100, ha schiacciato quello che assegna 100mila euro all’allestimento. Insomma, se il contributo pubblico non arriva di lì, arriva di là. E riscoppia la polemica, con il Pd che ha gioco facile nel dire “ecco, avevamo ragione”.

“Pardini dice la verità quando dice il “comune” non ha speso nulla, ma è una mezza verità dato che ha fatto in modo che i soldi arrivassero dal Comitato di cui è membro”, accusa Francesco Raspini che sfidò il sindaco nel 2022. In un consiglio straordinario aveva poi letto la memoria con cui tre componenti del Comitato Nazionale denunciavano alla Presidenza del Consiglio opacità e conflitti di interessi in capo al presidente Alberto Veronesi. “Il sindaco Pardini sta coprendo l’indecente attività di Veronesi fin dall’inizio del mandato e pertanto porta fino in fondo la responsabilità politica di tutto quello che è venuto fuori finora, in ultimo le modalità da bassa cucina di cui ha dato conto Il Fatto.

Oggi il Comitato torna a riunirsi per approvare bilancio e rendiconto dopo la convocazione andata a vuoto per mancanza del numero legale. Sangiuliano e il sottosegretario Gianmarco Mazzi non hanno voluto rispondere alle domande del Fatto sui conflitti di interesse del presidente Veronesi che gravano sull’impiego dei fondi e nell’attribuzione di incarichi rivelati dall’inchiesta del nostro giornale: dalla segretaria con cui ha fondato un partito cooptata nell’organismo governativo benché patteggiò una pena per truffa sui rimborsi nell’assistenza ai disabili, alla scelta del commercialista che si è scoperto essere il suo, fino all’ufficio stampa.

Prende posizione Massimiliano Baldini, consigliere regionale e responsabile Cultura della Lega per la Toscana chiedendo di fatto la testa di Veronesi: “E’ ora di mettere fine a questa esperienza imbarazzante con una soluzione definitiva con la sostituzione di chi è alla guida di questo ente nazionale per provare a salvare cio’ che resta di un anno che avrebbe dovuto celebrare la cultura italiana nel mondo e che invece ha determinato un continuo imbarazzo di portata internazionale

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Premierato, l’ex magistrato Gherardo Colombo: “I rischi della riforma? Ridisegna l’architettura costituzionale in modo negativo”

next