VENEZIA – Le concessioni balneari della discordia. Tutti in ordine sparso, tra Veneto e Friuli, la più lunga spiaggia d’Italia, con una prevalenza di proroghe per salvare la stagione turistica che va a cominciare e con un appello pressante al governo, che non si decide a varare il regolamento per le gare chieste dall’Unione Europea. Continuano a suonarsela di santa ragione a Jesolo, il Comune dove le prime assegnazioni stanno dilaniando gli operatori economici. È addirittura l’ex sindaco Renato Martin, che nel 2022 (appoggiato da Lega e Forza Italia) è stato sconfitto da Christofer De Zotti (Fratelli d’Italia), a guidare gli esclusi nel confronto più cruento.

Riguarda l’arenile più centrale e ambito, compreso tra Piazza Brescia e Piazza Mazzini, assegnato a Cbc, una cordata di imprenditori di cui fanno parte la famiglia Moretti Polegato (il trevigiano Mister Geox), gli albergatori Menazza e l’imprenditore Alessandro Berton. Si sono aggiudicati il percorso di evidenza pubblica con un punteggio di 100/100 che ha scatenato la reazione (con ricorso al Tar) del Consorzio Stabilimenti Centrali, alla cui presidenza è stato nominato Martin. La vicenda delle balneari si è così trasformata in uno scontro politico interno al centrodestra, visto che il sindaco dovrà affrontare a breve la richiesta di entrare in possesso della spiaggia, già presentata da Polegato e soci, pronti a investire parecchi milioni di euro per trasformarne una parte in una specie di Versilia, con gazebo non propriamente popolari com’è nella tradizione jesolana.

Veneto e Friuli sono un esempio di soluzione all’italiana della questione, con proroghe contestate dall’Europa e mascherate da ragioni tecniche, ma anche con la grande incognita di come un regolamento nazionale, se sarà approvato, potrà complicare la situazione.

SOLUZIONI VARIABILI A CAVALLINO-TREPORTI. Il litorale del Cavallino-Treporti, a ridosso della Laguna di Venezia, è il più grande campeggio d’Europa. Cinquantacinque le concessioni che vanno a gara, mentre un’altra ventina sono in sospeso per un contenzioso con il Demanio. Ci si muove, come in altri comuni veneti, in base alla legge regionale 33 del 2002 che disciplina anche le concessioni demaniali. Per superare la scadenza del 31 dicembre 2023, in attesa che le gare vengano perfezionate, il Comune ha approvato una proroga al 31 dicembre 2024, così da salvare la stagione. I concessionari uscenti potranno operare, ma è stata avviata la fase di manifestazione d’interesse, cui seguiranno le conferme e le presentazioni dei progetti. L’esame delle offerte è previsto non prima di qualche mese, per le assegnazioni si arriverà in autunno.

VENEZIA E CHIOGGIA, PROROGA D’ATTESA. La proroga fino al 10 dicembre 2024 è stata adottata dal Comune di Venezia (giunta di centrodestra) per le spiagge del Lido con una delibera di giunta dello scorso dicembre. Così in Laguna si sono evitate le polemiche di Jesolo. “Il clima di incertezza normativa e giurisprudenziale ha portato l’amministrazione ad assumersi la responsabilità di questa decisione, una scelta ‘tecnica’”, ha spiegato l’assessore Michele Zuin. A Chioggia la proroga arriva al 31 dicembre, con analoghe caratteristiche.

A CAORLE PROCEDURE IN ATTO. Si cambia ancora a Caorle. Nel febbraio 2023 è stato approvato l’aggiornamento del Regolamento comunale sull’uso del Demanio Marittimo, con la previsione di una specifica disciplina delle procedure selettive per il rilascio delle concessioni. In quattro procedure si è alle fasi conclusive e al provvedimento di assegnazione, ma per altri 60 tratti di arenile è in corso la procedura di selezione del nuovo concessionario. Per questo la giunta comunale ha differito il termine di scadenza delle concessioni per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura selettiva, in ogni caso non oltre il 31 dicembre. Il sindaco Marco Sarto: “E’ una proroga tecnica in attesa che governo e Parlamento facciano la loro parte”.

DUE ELENCHI A BIBIONE. Il comune di San Michele al Tagliamento ha risolto il problema per le spiagge di Bibione con due tipologie di concessioni. In 12 casi ha differito il termine di efficacia fino al 31 ottobre, visto che l’allestimento delle spiagge avrebbe richiesto del tempo e pregiudicato la stagione. In altri 13 casi, invece, il termine di efficacia è stato differito per il tempo strettamente necessario all’espletamento delle procedure di concessioni o autorizzazioni.

IL FRIULI RIMANDA AL 2025. In Friuli Venezia Giulia la situazione non cambierà prima del prossimo anno, neppure se i Comuni dovessero bandire le gare nel corso del 2024. l’anno. L’assessore Sebastiano Callari ha inserito a dicembre nella legge di Stabilità un articolo per la proroga fino al 31 dicembre, chiedendo ai Comuni di far scattare le nuove assegnazioni dall’1 gennaio 2025, nel caso di messa in gara. È stato attivato un tavolo tecnico con le amministrazioni locali per definire criteri omogenei delle gare di affidamento. “Secondo noi – ha dichiarato Callari – nei bandi andrebbe garantito una sorta di diritto di prelazione per gli uscenti e un eventuale indennizzo a favore di chi ha investito anni della propria vita, e risorse, nello sviluppo di un’attività imprenditoriale”. Sono le questioni più spinose che interessano gli imprenditori locali della balneazione.

IL CASO LIGNANO. Il Comune di Lignano Sabbiadoro ha dato vita a un caso finito all’esame del Garante per la concorrenza. La giunta ha approvato a fine dicembre una delibera con cui stabiliva la sospensione temporanea dei bandi di gara necessari al rilascio delle concessioni, fissandone la pubblicazione entro il 20 agosto. Il Garante ha poi archiviato l’istruttoria non ravvisando profili anti concorrenziali. E ha dato indicazioni sulla durata della concessione (commisurata al valore della stessa e alla sua complessità organizzativa) e sugli investimenti, che dovrebbero essere proporzionati alla dimensione della tratta di competenza.

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