La prima motorizzazione ibrida di Dacia è una rodata tecnologia del gruppo Renault. Una garanzia per gli ultimi scettici che ancora diffidano del marchio rumeno nato come “low cost” e oggi sinonimo di “value for money”, come confermano anche i dati italiani. Nel 2023 la gamma Dacia è stata la più acquistata dai privati nel Belpaese: per il costruttore oltre il 90% dei volumi è dipeso dalle famiglie.
La Jogger, una monovolume di nuova concezione, è il primo modello del costruttore rumeno a montare il sistema Hybrid 140, che si accende sempre in elettrico perché la frizione è stata sostituita da una trasmissione multi-mode con innesto a denti, le cui reazioni ricordano quelle di un cambio a variazione continua. Questa soluzione alleggerisce la vettura e ne aumenta l’efficienza, rendendola estremamente competitiva, anche grazie alla rigenerazione dell’energia in frenata abbinata alla capacità di ricarica della batteria da 1,2 kWh, frutto delle competenze maturate dalla Losanga non solo con lo sviluppo e la produzione di veicoli elettrici, ma anche con le competizioni in Formula 1.
La Dacia Jogger Hybrid 140 ha tre motori. Quello principale è termico, il quattro cilindri benzina da 1.6 litri e 94 Cv. Poi ci sono le due unità elettriche: una da 36 Kw (49 Cv) che serve anche per la spinta e uno starter/generatore ad alta tensione di tipo HSG (High-Voltage Starter Generator). Il risultato sono, appunto, 140 Cv di potenza e 205 Nm di coppia, ampiamente sufficienti per un utilizzo “normale” e funzionale della monovolume. E anche le percorrenze dichiarate, pari a 20,8 chilometri per litro (108 g/km di CO2), che in una empirica prova senza alcun valore statistico sono risultate anche significativamente più alte, attorno ai 23,2.
L’opzione Hybrid è particolarmente utile in ambito cittadino, dove fino all’80% del tempo di guida può avvenire in modalità elettrica e quindi contribuire al contenimento dei consumi: Dacia parla del 40% in meno rispetto ai motori termici equivalenti in ciclo urbano, senza incidere sulle abitudini di guida.
La tecnologia è basata su un’architettura serie-parallelo che consente di unire i vantaggi dei diversi tipi di ibridazione. Significa che i propulsori funzionano in modo indipendente o congiunto indirizzando l’energia verso le ruote o la batteria in base alle necessità e alla “leggerezza” (o meno) del piede di chi sta al volante e che agisce sul’acceleratore. Pur disponendo di una trasmissione senza frizione, il costruttore parla di 15 diverse combinazioni di funzionamento tra motori e rapporti: non è il conducente, ma il sistema che seleziona automaticamente la modalità più efficiente continuando, informa Dacia, a garantire “una guida reattiva e piacevole”.