Niente ricorso contro il sequestro di 10,8 milioni di euro. L’ex senatore Marcello Dell’Utri ha rinunciato all’appello contro la decisione presa un mese fa dal gip di Firenze su richiesta della procura distrettuale antimafia. I difensori di Dell’Utri – gli avvocati Francesco Centonze, Filippo Dinacci e Lodovica Beduschi – avevano impugnato il provvedimento ma poi all’udienza di venerdì mattina hanno rinunciato all’appello. Il Riesame ha dichiarato inammissibile il ricorso e il sequestro è dunque diventato definitivo.
Il giudice per le indagini preliminari, Antonella Zatini, a metà marzo ha, infatti, disposto il sequestro fino a 10 milioni e 840mila euro nei confronti di Marcello Dell’Utri e fino alla somma di 8 milioni e 250mila euro anche nei confronti della moglie Miranda Ratti (cifre che non si sommano). Il grosso dell’importo pari a 8 milioni e 250 mila è rappresentato dalle entrate sui conti di Miranda Ratti che sono oggetto del decreto di sequestro perché, sempre per i magistrati, sarebbero sostanzialmente riferibili al marito Marcello.
Il sequestro non riguarda l’inchiesta sulle stragi del 1993 realizzate da Cosa Nostra, nella quale Dell’Utri è indagato da anni nel capoluogo toscano come concorrente (ipotesi già scartata nei decenni passati dagli stessi pm). Secondo l’ipotesi dei pm Luca Tescaroli e Luca Turco, Marcello Dell’Utri non avrebbe rispettato la norma (la legge Rognoni-La Torre) che impone ai condannati in via definitiva per fatti di mafia di comunicare ogni aumento o diminuzione del patrimonio personale. Chi omette la comunicazione nei termini previsti commette un reato punibile con la reclusione da due anni a sei anni.
Come è noto l’ex senatore di Forza Italia è stato condannato, con sentenza definitiva depositata dalla Cassazione il primo luglio 2014, a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I 10,8 milioni di euro sono stati individuati nei flussi nei conti correnti del cofondatore di Forza Italia e della moglie dove sono stati trovati movimenti, positivi e negativi, per poste totali di 42,6 milioni di euro in circa dieci anni. Tra queste operazioni ci sono versamenti con 10 bonifici da 90.000 euro disposti da Silvio Berlusconi a suo favore. Oltre ai prestiti e le elargizioni provenienti da Berlusconi ci sono anche compravendite di immobili e opere d’arte o bonifici provenienti da case editrici di quotidiani.