I sindacati, per una volta tutti uniti, le istituzioni e gli studenti: sono migliaia le persone in piazza a Torino per chiedere il rilancio dell’automotive e di Mirafiori. E’ il giorno dello sciopero generale di otto ore, proclamato da tutti i sindacati metalmeccanici, per la prima volta insieme dopo quindici anni. Per i sindacati in piazza ci sono almeno 12mila persone. In piazza Statuto, da dove si è mosso il corteo dietro allo striscione “Il rilancio di Torino parte da Mirafiori”, sono arrivate delegazioni da tutta Italia e da altri stabilimenti Stellantis. Hanno i loro striscioni alcune aziende in crisi come Lear, Te Connectivity, Del Grosso. Ci sono il governatore del Piemonte, Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo, che hanno ricevuto una pesante contestazione in particolare da una parte dello spezzone del corteo della Fiom. “Scegli il selfie. Con lui o con noi?“: hanno ironizzato ancora i lavoratori di Mirafiori riferendosi allo scatto che il presidente di Regione e il primo cittadino hanno “concesso” solo pochi giorni fa all’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares in occasione dell’inaugurazione della linea di cambi elettrici. “Credo che Tavares stia usando i lavoratori di Torino e di Mirafiori come ostaggi politici per una trattativa con il governo – ha detto durante il corteo Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte – Vuole una garanzia di incentivi per più anni. Sia il governo sia Tavares liberino i lavoratori, vengano a un tavolo di trattative, dicano quali altri produttori possono venire in Italia e cosa Stellantis porta in Italia di più, soprattutto a Mirafiori”.
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Michele De Palma, della Fiom, aggiunge a ilfattoquotidiano.it: “Non c’è un rischio per il futuro: non c’è più tempo perché i problemi già ci sono. Mentre qui le lavoratrici e i lavoratori sono in cassa integrazione, aumenta lo stipendio dell’amministratore delegato e si distribuiscono dividendi”. “Tavares ricatta i lavoratori dicendo che se arriva un competitor cinese chiude, perché ha la possibilità di produrre già oggi un milione di auto e non lo fa – aggiunge Rocco Palombella, della Uilm, parlando con ilfatto.it – Quindi il problema di un secondo produttore in Italia non esiste”. Per la Cisl “la manifestazione di oggi è la grande reazione della città alla crisi che sta vivendo – dichiarano Domenico Lo Bianco e Luca Caretti, segretari generali di Cisl Torino e Piemonte – Come già successo in passato, Torino dà il meglio di sé nei momenti di difficoltà, dando prova di grande unità e coesione”.
Alla manifestazione era presente anche la Diocesi di Torino con il direttore della Pastorale sociale e del Lavoro Alessandro Svaluto Ferro: “Viviamo una crisi che riguarda non solo i lavoratori e le lavoratrici di Stellantis, ma tutta la città – dice – la grande partecipazione alla manifestazione di questa mattina rappresenta una presa di consapevolezza importante, perché ha mostrato il coinvolgimento di tutto il territorio, compresa naturalmente la Chiesa torinese”. Il corteo per le strade di Torino deve servire, secondo la Diocesi, a ricostruire un dialogo con l’azienda: “Servono risposte certe, concrete. Non possiamo più attendere, siamo preoccupati, anche perché di attendismo si può anche morire“.
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