Io c’ero alla Anteprima della Prima. 20 minuti di applausi non stop e pioggia di rose lanciare dal loggione per la Gioconda. Anna Netrebko è come il Vesuvio, la voce ti esplode dentro. Soprano assoluto, la numero uno al mondo, l’erede della Callas.
Un San Carlo a numero chiuso per un pubblico di profondi connaiseur per il suo giubileo “artistico” 30 anni di palcoscenico, ha cantato praticamente ovunque. C’era pure Jonas Kaufmann nel ruolo di Enzo Grimaldo, il marinaio belloccio conteso dalle due protagoniste, i suoi do di petto un po’ fiacchi, dunque gli applausi erano tutti per Lei. Il palcoscenico era suo, nel mezzo di scenografie mobili ed emozionanti. Impegnate tutte le compagini artistiche del Lirico, Orchestra, Coro (Balletto (meravigliosamente diretto da Clotilde Vayer) e Coro di Voci Bianche (diretto da Stefania Rinaldi).
Gli scontri fra polizia e manifestanti per i 75 anni della Nato ci sono stati il giorno dopo. Ma questa è un’altra storia. Uno spettacolo, il brutto della diretta davanti agli occhi esterrefatti dei turisti. E per una volta la micro/maxi criminalità locale non c’entra.
Un dramma impegnativo, La Gioconda, universalmente nota al grande pubblico soprattutto per un pezzo orchestrale, “La danza delle ore”, ripresa da Walt Disney nel film “Fantasia” che poi è diventata l’indimenticabile danza degli ippopotami in tutu’ e scarpette con le punte. “Volevo che l’ambientazione scenica fosse a Venezia – racconta il regista Romain Gilbert – perché ci sono alcune opere che non puoi portare altrove, e La Gioconda è una di queste. In questa storia il legame con l’ambientazione è molto forte, così come, per esempio, Tosca è legata necessariamente a Roma. Ne La Gioconda c’è il Doge, la Bocca del Leone, i canali… Tutte queste cose sono scritte per Venezia. Le scene, dunque, devono essere a Venezia. Non volevo, però, riprodurre la Venezia da cartolina. Volevo la Venezia del XVII secolo, la vera Venezia di quel tempo”.
Coproduzione con il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, La Gioconda mancava dai cartelloni del Massimo napoletano dal 1977.
Questa nuova produzione è diretta da Pinchas Steinberg con la regia di Romain Gilbert le scene di Etienne Pluss, i costumi di Christian Lacroix, la coreografia di Vincent Chaillet e le luci di Valerio Tiberi.
Stasera la Prima, repliche fino al 17 aprile.
The day after ….. and the day before…