Il giorno dopo lo sciopero generale contro le stragi sul lavoro il governo prende altro tempo sulle norme che dovrebbero rafforzare la sicurezza. A partire dalla patente a punti che entrerà in vigore in ottobre. L’emendamento al decreto Pnrr approvato dalla commissione Bilancio della Camera dopo la riformulazione annunciata giovedì dalla ministra Marina Elvira Calderone rinvia infatti a futuri decreti ministeriali sia per l’individuazione di “altri ambiti di attività” a cui potrà essere estesa l’applicazione del nuovo strumento – che nella versione iniziale è limitato all’edilizia – sia per questioni cruciali come l’individuazione dei “criteri di attribuzione dei crediti ulteriori rispetto al punteggio iniziale, nonché le modalità di recupero dei crediti decurtati”. Nell’emendamento arriva peraltro l’autocertificazione dei requisiti per il rilascio della patente, con la revoca in caso di “dichiarazione non veritiera” accertata “in sede di controllo successivo al rilascio”. E’ confermato un punteggio iniziale di 30 punti e la soglia di 15 punti per operare nei cantieri.
Vien corretta la tabella con i punti decurtati a seconda delle violazioni, alzando quelli per infortuni che comportano inabilità che erano stati tagliati in una precedente riformulazione, ma la penalizzazione in caso di inabilità temporanea scende a 5 punti contro i 10 previsti nella versione iniziale.
Molto critiche le opposizioni. “Il nostro giudizio è negativo”, spiegano la responsabile Lavoro del Pd e deputata della commissione Bilancio Maria Cecilia Guerra e il capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera Arturo Scotto. “Il governo non ha risposto alle richieste che dal sindacato all’opposizione sono venute per misure efficaci per limitare gli incidenti sul lavoro. Abbiamo ottenuto finalmente la parità di trattamento economico e normativo nella catena dei subappalti, ma sulle sanzioni, sul divieto di intermediazione illecita e sulla patente a crediti non ci siamo”. E contestano anche il “gioco” sulle tabelle: “Nella formulazione iniziale il Governo prevedeva 15 crediti per l’inabilità permanente e 10 per quella temporanea. Ieri invece hanno avanzato una proposta peggiorativa: 8 per la permanente e 2 per la temporanea. Oggi l’ennesima riformulazione della riformulazione. L’inabilità permanente si sdoppia: 8 crediti per quella al lavoro parziale e 15 per quella al lavoro assoluta. L’inabilità temporanea invece passa a 5, la metà della proposta iniziale. Una cosa inaccettabile perché questi numeri parlano della vita concreta delle persone. Non capiamo se qualche manina ha lavorato per ridimensionare l’impatto delle sanzioni. Resta l’impressione amara di numeri tirati fuori un po’ a caso”.
I deputati del M5S in commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti (capogruppo) e Davide Aiello dal canto loro speravano “che la notte portasse consiglio” mentre, notano, “così non è stato. Le nostre richieste, avanzate sia tramite gli emendamenti al provvedimento sia ieri durante la discussione in commissione, non sono state accolte e abbiamo dunque espresso parere contrario. Anche così com’è stata riscritta, la patente resta, a nostro avviso, uno strumento gravemente insufficiente. Avevamo chiesto che la sua applicazione, a decorrere dal 1° ottobre, quindi fra altri 6 mesi, fosse allargata fin da ora ad altri settori oltre a quello edile; il Governo però ha scelto di rimandare il tutto a un decreto ministeriale, che non sappiamo se e quando arriverà e che comunque non prevede il coinvolgimento del Parlamento. In più, si è scelta la strada dell’autocertificazione con tutte le conseguenze del caso. L’ennesima occasione sprecata“.
“La patente non è quello che avevano chiesto noi e le organizzazioni sindacali per rafforzare la sicurezza sul lavoro. Per noi questa non è la soluzione”, aggiungono Marco Grimaldi e Franco Mari, capogruppo di Alleanza Verdi e sinistra nelle commissioni Bilancio e Lavoro della Camera. “Il punto fondamentale resta sempre un altro: non consentire di esternalizzare per fare dumping salariale. Finché non verrà reintrodotta la vecchia regola che noi auspichiamo il problema viene tamponato ma non risolto”.