A poco più di una settimana dalla mozione di sfiducia respinta dalla Camera dei deputati, per la ministra del Turismo Daniela Santanchè arrivano novità dal fronte giudiziario. La Procura di Milano ha infatti chiuso – in vista della richiesta di processo – il filone di inchiesta sul dissesto di Visibilia.
Alla ministra del Turismo, presidente di Visibilia Editore fino al gennaio 2022, i pm Marina Gravina e Luigi Luzi con l’aggiunto Laura Pedio contestano il falso in bilancio. Nelle scorse settimane è stata definita la tranche di indagine, sempre condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, in cui la senatrice di Fratelli d’Italia è invece accusata di truffa aggravata all’Inps per la gestione della cassa integrazione nel periodo del Covid. “Non ho niente da dichiarare”, ha risposto la ministra Santanchè ai giornalisti che, a Siracusa, le hanno chiesto un commento sui nuovi sviluppi giudiziari: “Ho visto che sono state chiuse le indagini. Se è una notizia vedete voi. Io – ha aggiunto – non ho mai commentato e partecipato a queste cose mediatiche, partecipo in un altro modo e non ho niente da dire. Vedremo le cose e chi avrà ragione, per adesso mi sembra di aver dimostrato di avere ragione in tutto in tribunale”.
“Andiamo avanti in assoluta tranquillità. Ho fiducia nella magistratura che fa il suo lavoro. Non aggiungo altro”, ha commentato a LaPresse la ministra per il Turismo: “Se ci sarà la richiesta” di rinvio a giudizio “poi vedremo. Ci sono l’accusa e la difesa, no? Male non fare, paura non avere, sono assolutamente tranquilla”, ha aggiunto Santanchè, commentando anche le richieste di dimissioni da parte dell’opposizione: “Non sarebbe la prima volta, ognuno fa come crede, mi sembra che abbiano altri problemi”.
Nell’inchiesta per falso in bilancio appena chiusa dai pm di Milano sono 20 gli indagati, tra cui tre società. Oltre alla ministra di Fdi sono indagati, tra gli altri, anche la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garner, il compagno Dimitri Kunz e l’ex compagno Canio Mazzaro. Indagate per la responsabilità amministrativa degli enti anche Visibilia Editore spa, Visibilia Editrice srl e Visibilia srl in liquidazione, secondo quanto si evince dall’avviso di conclusione indagini appena notificato.
Daniela Santanchè, assieme ad altri ex amministratori, consiglieri e sindaci di Visibilia Editore, tra il novembre 2014 e il dicembre 2021, ossia quando è stata prima consigliere, poi ad e presidente “nonché soggetto economico di riferimento del gruppo Visibilia”, con “più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso” avrebbe, con gli altri a vario titolo, “consapevolmente” esposto “nei bilanci di esercizio della società riferibili agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022” fatti “materiali rilevanti non rispondenti al vero” per un “ingiusto profitto“, scrivono i pm di Milano nell’avviso di chiusura indagini. I pm indagano sul gruppo Visibilia anche per bancarotta ma l’ipotesi è stata “stralciata” dal “procedimento principale” per falso in bilancio perché per “nessuna delle società del gruppo Visibilia è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza”, fa sapere la Procura di Milano in una nota.
Come si legge nell’atto di conclusione delle indagini della Procura di Milano, tra il 2014 e il 2022 Visibilia Editore spa avrebbe registrato “perdite significative e risultati reddituali operativi negativi” per milioni di euro, come perdite di esercizio che vanno da oltre 1,5 milioni nel 2019 fino a oltre 3,5 milioni nel 2021. Una “evidenza”, si legge, della “sistematica incapacità del complesso aziendale di produrre reddito“. Malgrado ciò gli ex amministratori indagati per falso in bilancio si sarebbero avvalsi “di piani industriali ottimistici, approvati dal Cda”, che “contenevano previsioni di reddito operativo” mai “rispettate”. In particolare, una delle contestazioni “chiave” dei pm, già presente negli atti dei consulenti della Procura nella causa civile, è quella che riguarda l’iscrizione “nell’attivo dello stato patrimoniale”, nei bilanci dal 2016 al 2020, della “voce avviamento“, ossia il valore intrinseco della società, per cifre che vanno dagli oltre 3,8 milioni di euro a circa 3,2 milioni, “senza procedere”, invece, alla “integrale svalutazione” già nel dicembre 2016. Tanto che il “patrimonio netto negativo” della spa già 8 anni fa avrebbe dovuto essere di quasi 3,6 milioni. Anche la voce “crediti per imposte anticipate” avrebbe dovuto essere svalutata, secondo i pm, già a fine 2016, così come quella “partecipazioni in imprese controllate”. Nell’arco di 7 anni, invece, gli indagati avrebbero indicato patrimoni netti positivi al posto di patrimoni netti negativi.
Come raccontato nei mesi scorsi dal Fatto Quotidiano, l’inchiesta “madre” è quella che riguarda la gestione della società fondata da Santanchè nel 2016 e da lei controllata e amministrata fino al 2022, che è finita nel mirino degli azionisti di minoranza che danno battaglia fin dal 2019. I dubbi sullo stato dei conti e i tentativi di ripianare i bilanci in rosso, usando tra l’altro i soldi della gemella Visibilia Concessionaria Srl, porteranno all’istanza di liquidazione il 24 ottobre 2022 e alle prime informative dell’inchiesta per “false comunicazioni sociali” almeno a partire dal 2017. Le relazioni tecniche consegnate alla Procura dal consulente Nicola Pecchiari nel 2023 confermeranno che i “disastri” erano iniziati subito e sostanzieranno anche le ragioni del falso in bilancio: dal 2016, scrive l’esperto della Bocconi, si susseguivano una serie di artifici contabili (si gonfiavano gli avviamenti, si svalutavano i crediti infragruppo verso clienti insolventi) con un monte di irregolarità che hanno consentito per anni di celare enormi “buchi”.